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San Pietroburgo: uccisa Yelena Grigoriyeva, attivista per diritti LGBT

Yelena Grigoriyeva uccisa

Yelena Grigoriyeva, attivista per i diritti LGBT, è stata uccisa con 8 coltellate a San Pietroburgo: era stata minacciata di morte.

Yelena Grigoriyeva, nota attivista russa di 41 anni per la difesa dei diritti della comunità LGBT, è morta. La donna è stata uccisa con 8 coltellate nella notte tra sabato 20 luglio e domenica 21 luglio vicino a casa sua a San Pietroburgo. Aveva ricevuto in precedenza delle minacce di morte. Il 23 luglio alcuni attivisti si sono radunati chiedendo verità sul suo omicidio.

Le minacce di morte

L’attivista LGBT Yelena Grigoriyeva era stata nominata su un sito in cui si induceva ad uccidere gli omosessuali. Sembra che venissero perfino offerti soldi a chi lo facesse. La donna aveva ricevuto più volte minacce di morte, secondo quanto ha riferito il suo amico, anche lui attivista LGBT, Dinar Idrisov. Su Facebook ha scritto che Yelena Grigoriyeva aveva chiesto ad una sua amica di prendersi cura del suo gatto nel caso in cui fosse stata uccisa. Inoltre Idrisov ha dichiarato che l’attivista era andata dalle forze dell’ordine in compagnia del suo avvocato per fare la denuncia delle minacce di morte ricevute. Le autorità russe non hanno ancora comprovato quale sia il movente del suo omicidio e se si ricolleghi alla sua attività nella comunità LGBT.

L’uccisione di Yelena Grigoriyeva

Yelena Grigoriyeva è stata uccisa con 8 coltellate nei pressi della sua casa a San Pietroburgo. Sul suo corpo sono presenti anche segni di strangolamento. Stando a quanto è stato scritto su Fontanka, un uomo di 40 anni è stato fermato per il suo omicidio. A quanto pare, il suo cadavere si trovava nascosto tra i cespugli e, visto che non era ben visibile, è stato notato solo 12 ore dopo l’uccisione. La donna era tra le più attive militanti della comunità LGBT in Russia. Era sempre presente alle manifestazioni e alle proteste per i diritti degli omosessuali. Perciò altri attivisti LGBT sono scesi in piazza il 23 luglio per chiedere alle autorità che venga fatta giustizia.