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Fine vita, il caso di Tafida: battaglia in aula sul ricovero in Italia

Fine vita caso Tafida

I genitori di Tafida iniziano la battaglia davanti all'Alta Corte per impedire che i medici inglesi stacchino la spina che tiene in vita la bimba.

Nuova battaglia per la vita. Un ospedale inglese vorrebbe infatti staccare ogni supporto vitale ad una bambina di cinque anni dopo che è entrata in coma a seguito della rottura di un vaso cerebrale. I medici del Royal London Hospital, dove è ricoverata Tafida Raqeeb, hanno deciso che “staccare la spina” è nel “miglior interesse” della bimba. E questo nonostante, assicurano i genitori, la piccola mostri segni graduali ma molto incoraggianti di ripresa.

La battaglia davanti l’Alta Corte

Non solo i genitori sono contrari a tale decisione. L’ospedale pediatrico Gaslini di Genova si è infatti offerto di curare Tafida e di non interrompere i supporti che la tengono in vita.

Il Royal London Hospital nega però ai genitori della piccola il trasferimento in Italia, ed il caso arriva quindi davanti all’Alta Corte britannica.

Gli avvocati della mamma e del papà di Tafida, di fede islamica, fanno così notare alla Corte che dovrà prendere una decisione sulla vita della bambina che impedire il ricovero in Italia viola il diritto della piccola e dei suoi genitori di circolare liberamente all’interno dell’UE.

Le condizioni di Tafida

Gli stessi hanno inoltre assicurato che Tafida in questo momento non sta soffrendo, e che potrebbe vivere per altri dieci o venti anni.

Come si legge su gofundme.com, dove i genitori hanno aperto una petizione per affrontare le spese mediche, la bambina ha difatti un ciclo di sonno e veglia, può sentire dolore ed è in grado di muovere arti, viso, labbra, bocca e testa, seguendo ogni movimento che accade nella stanza d’ospedale con gli occhi.

I genitori spiegano inoltre che il cervello della figlia non è completamente danneggiato e confidano nel fatto che i bambini hanno una grande capacità di recupero, se gli si dà il tempo di recuperare dalle lesioni.