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USA, spia della CIA compromessa da Trump costretta a rientro da Mosca

Trump Putin spia

Durante una riunione con il ministro degli Esteri russo, Donald Trump avrebbe compromesso l'identità di un agente della CIA infiltrato al Cremlino.

Nel 2017, nel corso di una missione segreta, gli Stati Uniti hanno prelevato con successo dalla Russia un loro agente segreto che si era infiltrato all’interno del Cremlino. A rivelarlo il 9 settembre 2019 la Cnn, mentre i parlamentari americani si accingono a continuare la discussione sul possibile impeachment contro Donald Trump.

Trump “brucia” la spia della CIA

Fonti della Casa Bianca hanno riferito alla Cnn che la spia, un russo che lavorava per la CIA, potrebbe infatti essere stata “bruciata” dal Presidente USA poiché non avrebbe usato le dovute precauzioni quando ha maneggiato informazioni riservate.

L’agente segreto è stato richiamato per il timore che venisse scoperto dal governo russo dopo una riunione avvenuta nel maggio 2017 nell’Ufficio Ovale. In quell’occasione Trump ha mostrato documenti di intelligence altamente classificati davanti al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e all’allora ambasciatore russo Sergey Kislyak.

I report, forniti da Israele, riguardavano l’ISIS ma la CIA ha ritenuto opportuno revocare l’incarico al suo agente infiltrato ritenendo che la sua copertura fosse ormai compromessa. Nel dettaglio, l’allora direttore della CIA Mike Pompeo mise in atto per la sua spia ciò che viene chiamato nel gergo militare una “esfiltrazione“, e questo causò al governo statunitense una grave perdita di intelligence perché la fonte era quelle di più alto all’interno del Cremlino.

“Accesso diretto a Putin”

La Cnn sostiene che l’agente infiltrato, che ha lavorato per la CIA per oltre un decennio, aveva infatti accesso diretto nello studio di Vladimir Putin tanto che era in grado di fornire persino foto dei documenti presenti sulla scrivania del leader russo.

Brittany Bramell, direttrice degli affari pubblici della CIA, si è limitata a sottolineare che “il racconto sulla gestione del Presidente dei documenti di intelligence più sensibili della nostra Nazione, a cui ha accesso ogni giorno, che ha determinato una presunta operazione di esfiltrazione non è preciso“.