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Proteste contro il governo: Ecuador proclama stato di emergenza

Stato di emergenza Ecuador

A causare l'indignazione dei cittadini è stato soprattutto l'aumento dei prezzi del carburante.

Sono giorni di proteste in Ecuador, dove i cittadini sono scesi in piazza contro il piano di austerità annunciato dal governo centrale. Dopo scontri tra polizia e manifestanti sfociati, in alcuni casi, in arresti, il Presidente Moreno ha dichiarato lo stato di emergenza.

Stato di emergenza in Ecuador

La misura economica del governo che ha suscitato più disapprovazione è stata la soppressione dei sussidi statali al carburante, che permettevano un contenimento dei prezzi. In questo modo i costi sono lievitati: la benzina è passata da 1,85 dollari al gallone a 2,22, mentre il diesel da 1,37 dollari a 2,10.

L’obiettivo del governo è quello di ridurre la spesa pubblica, e con questo provvedimento saranno risparmiati 1,3 miliardi all’anno. A chiedere risparmi è il Fondo Monetario Internazionale, dichiaratosi disponibile a concedere all’Ecuador un prestito di 4,2 miliardi per risollevare l’economia.

Ma di fronte all’aumento dei prezzi, i rappresentanti del settore traporti hanno indetto diversi scioperi a cui hanno aderito migliaia di cittadini. Durante le manifestazioni, che hanno causato blocchi stradali e annullamento di alcuni voli, si sono verificati accesi scontri con le forze dell’ordine. Quelli più gravi si sono verificati nella capitale Quito, dove molti sono stati i feriti e almeno venti gli arresti.

La situazione ha spinto il Presidente dell’Ecuador Lenin Moreno a dichiarare lo stato di emergenza per “proteggere l’ordine, la tranquillità e la sicurezza dei cittadini e controllare chi vuole provocare caos“. Questo durerà sessanta giorni, durante i quali si dichiara disponibile al dialogo ma senza mostrare aperture di modifica al decreto che prevede l’aumento dei prezzi del carburante.