Alberto Pastori Gli attivisti di Extinction Rebellion non si fermano. Dopo la protesta di ieri, giovedì 3 Ottobre 2019, il movimento che si batte contro i cambiamenti climatici, ha in serbo altre proteste sparse su tutta Londra. Durante la giornata di ieri, quattro attivisti si sono presentati con vestiti in abito da funerale di fronte al Palazzo del Tesoro del Regno Unito a Westminster e lo hanno imbrattato con del sangue finto. Ma le proteste non si limiteranno a quella singola invettiva.
Da lunedì 7 Ottobre 2019, infatti, dopo circa due settimane gli Extinction Rebellion lasceranno Westminster per occupare 12 siti di Londra, invitando tutti i cittadini a partecipare con lo slogan #EverybodyNow
Extinction Rebellion invade Londra
In migliata hanno già dato dei segnali di adesione, nonostante il pericolo di arresto. Sarah Lunnon, membro dell’Extinction Rebellion UK, ha detto: “Si spera che i leaders mondiali capiscano che l’emergenza climatica ed ecologica voglia dire che le regole devono cambiare. Il business, come spesso accade, ha la capacità di distruggere il nostro pianeta. L’umanità deve affrontare un rischio crescente di collasso sociale in 10-20 anni a causa della fame di massa, la migrazione e la guerra”.
Nel mondo saranno più di 60 le nazioni in cui ci saranno azioni di protesta. L’obiettivo è solo uno: la verità. Governo, media e istituzioni devono rispondere sull’emergenza dell’inquinamento e i cambiamenti climatici.
Mark Ovland, uno degli attivisti arrestati per la protesta di Westminster, si era invece espresso così: “Serve una vera presa di coscienza su come sono spesi i soldi dal governo. Le decisioni prese all’interno di questo palazzo ci porteranno verso un non-futuro. Stiamo finanziando sussidi per l’uso di combustibili fossili e per progetti tutti incentrati sul carbone. Dobbiamo ripensare tutto questo, altrimenti saremo in pericolo”.
