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Turchia, bombardato convoglio umanitario: almeno nove morti

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Prosegue l'avanzata turca sul territorio siriano, Erdogan non intende fermare l'attacco. Bombardato un convoglio umanitario con reporter e civili.

Da giorni la stabilità internazionale è ormai turbata dall’avanzata turca in Siria, i piani del Presidente Erdogan sono chiari. La conferma arriva dal bombardamento a postazioni Usa nella zona di Kobane che, secondo alcune fonti, sarebbe stato voluto per inviare un segnale forte agli Stati Uniti d’America circa la presenza di truppe militari in Siria. La Turchia ora continua la sua avanzata: l’esercito di Ankara ha conquistato le città di Tel Abyad e di Ras al-Ain, dove in uno dei suoi raid ha colpito anche un convoglio sul quale viaggiavano civili e giornalisti stranieri. Al momento ci sono poche certezze sui numeri, quel che è certo è che Erdogan non si fermerà. Come lui stesso ha dichiarato, l’avanzata turca non si placherà e avanzerà di circa 30-35 km per proseguire nell’attacco contro i curdi.

Attaccato un convoglio

Stando alle notizie emerse nelle ultime ore, sarebbero almeno due i cronisti uccisi e altri sei sarebbero rimasti rimasti feriti. Secondo le fonti, si trovavano a bordo di un pulmino lungo la strada tra Qamishli, quando sarebbero stati colpiti da raid turchi. Le due vittime sono un giornalista curdo e un reporter straniero, ancora non identificato. Circolano notizie di altri due giornalisti stranieri uccisi nello stesso raid ma, al momento, non arrivano conferme. L’Osservatorio siriano dei diritti umani parla in tutto di 26 civili morti. Nelle ultime ore, il ministero della Difesa turco ha annunciato su Twitter che le forze di Ankara hanno preso il controllo della M4, l’autostrada strategica nel nord est della Siria nei pressi della quale sei civili siriani sarebbero stati uccisi.