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Guerra in Siria, perché Assad ha stretto un accordo con i curdi?

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Il patto con il governo siriano è un "compromesso doloroso" ma necessario per i curdi del Rojava.

L’accordo stretto tra i curdi e la Siria di Bashar al-Assad ha il sapore di una sconfitta per chi ha creduto – o ancora crede – nel sogno di un Rojava libero e indipendente. Dopo il ritiro delle truppe statunitensi, la troppo timida risposta dell’Europa e l’inizio dell’offensiva turca, i combattenti curdi sono stati costretti a cercare un nuovo alleato. Lo hanno fatto guardando proprio a Damasco, cioè a quel governo con cui i curdi siriani sono stati in lotta per anni prima del raggiungimento di uno stato di non belligeranza nel 2011.

Accordo tra curdi e la Siria di Assad

“È un doloroso compromesso“. Così Mazloum Abdi, capo delle Forze Democratiche Siriane (SDF), ha definito l’accordo che i curdi hanno stretto con il governo della Siria. “Ma se dobbiamo scegliere tra il compromesso e il genocidio del nostro popolo, certamente sceglieremo la vita della nostra gente”. Ma tutto ha un prezzo e quello che i combattenti del Rojava sono disposti a pagare per la sopravvivenza è molto alto. Nel breve termine, il patto consente alle truppe di Assad di avere accesso a quelle aree del nord che sono al momento sotto il controllo curdo e in cui l’esercito di Damasco non entrava da anni. Un’occasione che il regime non intende lasciarsi sfuggire.

In cambio di un alleato contro l’attacco sferrato da Erdogan, i curdi sono stati disposti ad accettare clausole molto vaghe sulla propria condizione futura. Lo stesso Abdi ha ammesso che le formazioni curde sono consapevoli di non poter fare affidamento né su Damasco né su Mosca, il cui ritiro da Afrin nel 2018 ha permesso l’Operazione Ramo d’Ulivo e l’occupazione turca.

La posizione della Russia

Ad approfittare del vuoto lasciato dal “tradimento americano” è anche la Russia, una delle potenze che ha i maggiori interessi a stabilire un equilibrio favorevole a sé nella regione. La Turchia rappresenta non solo un importante partner commerciale (motivo per cui appare improbabile che il Cremlino imponga un embardo), ma anche un alleato in funzione anti-americana in Medio Oriente. Allo stesso tempo, Putin è l’interlocutore fondamentale in tutte le trattative per sancire gli equilibri, a partire dai negoziati di Astana, e solo il suo intervento in Siria ha permesso ad Assad di restare al potere.