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Re del Marocco grazia la giornalista incarcerata per aborto illegale

Re del Marocco grazia giornalista

Hajar Raissouni, giornalista incarcerata per aborto clandestino, è stata rilasciata in seguito alla grazia ricevuta dal sovrano.

Il re del Marocco Mohammed VI ha deciso di concedere la grazia alla giornalista Hajar Raissouni, arrestata il 31 agosto del 2019 mentre usciva da una clinica di Rabat. Le autorità marocchine avevano infatti fermato la giovane reporter di 28 anni con l’accusa di aborto clandestino e rapporti sessuali fuori dal matrimonio. La donna ha sempre sostenuto di essersi recata nella clinica per un’emorragia interna. Il re ha previsto il rilascio anche per il fidanzato, la ginecologa, l’anestesista e la segretaria della struttura ospedaliera.

Re del Marocco grazia giornalista: polemiche

Il caso della giovane giornalista incarcerata ha sollevato grandi polemiche in Marocco, dove ogni giorno verrebbero praticati fino a 800 aborti clandestini. La grazia concessa alla Raissouni potrebbe infatti aprire un varco che porti dritto alla depenalizzazione dell’aborto. La giornalista aveva inoltre denunciato una sorta di accanimento politico nei suoi confronti. L’aborto sarebbe stato infatti il pretesto per poter indagare sul lavoro svolto come reporter presso il quotidiano Akhbar Al-Yaoum. La testata indipendente è infatti decisamente critica nei confronti delle autorità e delle istituzioni marocchine.

Il caso del Marocco ha destato l’attenzione anche di Medici senza frontiere. Secondo i dati ufficiali sarebbero più di 14mila i casi di persone accusate di dissolutezza nel solo 2018. Seguono i reati di adulterio, omosessualità e aborto clandestino, tutti con cifre significative.

Sono ancora tante nel mondo le donne arrestate con l’accusa di aver abortito. Un’altra storia a lieto fine, come quella della reporter Raissouni, è quella di Imelda Coertez, la ragazza di El Salvador rilasciata dopo 18 mesi di reclusione per aver tentato un aborto. La donna è stata assolta da ogni caso e riconosciuta invece come vittima di stupro.