Il 20 ottobre 2019 le forze curde siriane hanno iniziato il ritiro dal confine con la Turchia. L’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) conferma la marcia di un centinaio di mezzi verso la più a sud città di Tal Tamer. L’allontanamento dei curdi inoltre è confermato da Ankara.
Il cessate il fuoco
Le Forze democratiche siriane (Sdf) informano di essere arretrate di circa trenta chilometri ma il ritiro è previsto anche in altri luoghi compresi nella “safe zone“. “Il cessate il fuoco sta tenendo molto bene”, assicura su Twitter anche Donald Trump, e in effetti si è riusciti ad aprire un corridoio umanitario per far evacuare feriti e civili mentre alle porte di Ras al-Ain giungono diversi convogli medici.
La tregua però rischia di essere interrotta dal continuo scambio di accuse tra Ankara ed i curdi. Il ministero della Difesa turco ha infatti denunciato l’uccisione di un loro soldato “durante una missione di ricognizione e sorveglianza nella regione di Tal Abyad a seguito del fuoco anticarro e di armi leggere aperto dai terroristi del Pkk/Ypg”.
Incontro Erdogan-Putin
A loro volta i curdi lamentano continue violazioni dei diritti umani. Fonti indipendenti devono invece ancora verificare che tipo di armi siano state usate, e da chi, sulla popolazione di Ras al-Ain. Si sospetta infatti l’utilizzo di napalm e munizioni al fosforo bianco.
A poche ore dalla scadenza della tregua si incontreranno a Sochi, martedì 22 ottobre 2019, il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan. Sul tavolo il destino di Kobane e Manbij, poiché la Turchia chiede il ritiro delle truppe curde anche da quei territori.