Greenpeace ha messo in scena un incendio del palazzo del Consiglio Europeo per sensibilizzare le istituzioni sui cambiamenti climatici. A portare avanti l’iniziativa sono stati circa 50 attivisti a Bruxelles nel giorno successivo all’approvazione del Green Deal.
L’incendio di Greenpeace al palazzo del consiglio europeo
Fiammate virtuali e fumo hanno avvolto il palazzo di rue de la Loi 155, a Bruxelles, nel cuore delle istituzioni europee. Una finzione con effetti straordinari da sembrare veri quella che si è costituita come una protesta di Greenpeace. Gli attivisti dell’associazione, provenienti da Germania, Frncia, Regno Unito, Belgio, Slovacchia e Svizzera, si sono riuniti sotto lo striscione “Emergenza climatica“. “Un progetto ambizioso ma non abbastanza lungimirante quello approvato“, ha spiegato l’associazione in un comunicato.
La protesta è stata organizzata in concomitanza dell’arrivo a Bruxelles dei leader che si riuniranno nel Consiglio europeo. L’obiettivo del loro incontro è quello di mettere a punto il piano che entro il 2050 dovrebbe far raggiungere la neutralità climatica all’Ue, vale a dire un azzeramento delle emissioni nette. Greenpeace si è recata lì per chiedere che l’Unione si impegni a ridurre l’emissioni di almeno il 65% entro il 2030.
“La nostra casa è in fiamme e i nostri politici non stanno facendo nulla per spegnere l’incendio“, ha affermato una delle attiviste presenti. Ha poi aggiunto che, quando arriverà il 2050, i Capi di Governo attualmente presenti avranno già lasciato i loro incarichi da tempo. Per questo, ha concluso, non bisogna permettere loro la ratifica di una vaga promessa senza che si assumano già da oggi le proprie responsabilità.