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Cina il ministero degli Esteri sul caso della lettera d'aiuto

L'azienda

Una bambina inglese di 6 anni aveva trovato un messaggio d'aiuto su una lettera acquistata da Tesco: “Siamo prigionieri stranieri in Cina"

Secondo il governo di Pechino il caso della lettera d’aiuto dalla prigione in Cina “è una farsa“. Nei giorni scorsi una bambina inglese di sei anni aveva trovato nelle cartoline d’auguri del supermercato Tesco una richiesta d’aiuto dal carcere di Qingpu.

La lettera d’aiuto dalla Cina

“Siamo prigionieri stranieri nel carcere di Qingpu, a Shanghai, in Cina. Costretti a lavorare contro la nostra volontà. Per favore, aiutateci e avvertite un’organizzazione per i diritti umani”. Questo è il messaggio riportato in uno dei biglietti venduti da Tesco, la principale catena di supermercati della Gran Bretagna e la terza al mondo. Non si è fatta attendere troppo la replica da Pechino:“È una farsa”. Nel messaggio veniva chiesto anche di contattare un tal Peter Humphrey, un giornalista arrestato nell’estate del 2013 in Cina, detenuto proprio nel carcere cinese citato nella richiesta di aiuto. È stato proprio Humphrey a raccontare la storia al Sunday Times.

Una portavoce della Tesco ha comunicato che la “produzione nella fabbrica di queste cartoline è stata immediatamente interrotta e sono state ritirate dal mercato” dicendosi inoltre “sconvolta”. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang ha però dichiarato che: “La prigione di Shanghai non ospita detenuti stranieri sottoposti a lavori forzati“. Anche l’azienda che fornisce i bigliettini a Tesco, la Zhejiang Yunguang Printing, nega assolutamente di aver utilizzato detenuti stranieri ai lavori forzati: “Mai fatta una cosa del genere”, ha dichiarato alla Bbc.