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Crisi Iran-Usa: missili contro base militare e ambasciata americana

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Due missili sono stati lanciati contro obiettivi Usa in Iraq, colpendo la base militare di Belad e l'ambasciata di Baghdad. Si contano cinque feriti.

Continua a crescere la tensione nella crisi tra Iran e Usa, con due missili che nella giornata del 4 gennaio hanno colpito una base militare degli Stati Uniti a Belad e la strada che porta all’ambasciata americana di Baghdad, già teatro negli scorso giorni di violente proteste da parte dei manifestanti iracheni filo iraniani. Stando alle prime informazioni riportate 5 persone sarebbero rimaste ferite e uno dei due missili avrebbe bloccato il transito di una missione diplomatica statunitense che si stava dirigendo nell’edificio.

Crisi Iran-Usa: missili su Baghdad

Il missile lanciato contro l’ambasciata di Baghdad avrebbe colpito la cosiddetta zona verde, vale a dire l’area di dieci chilometri quadrati, sotto stretto controllo delle forze militari Usa, dove hanno sede le principali rappresentanze diplomatiche occidentali nonché lo stesso parlamento iracheno. La strada che porta all’ambasciata è stata immediatamente chiusa al traffico da parte delle forze speciali, mentre la zona verde era già stata interdetta dall’esercito questa mattina in occasione dei funerali del generale Qasem Soleimani, ucciso da un drone Usa nella notte tra il 2 e il 3 gennaio.

Al momento non sembrerebbero esserci feriti all’interno della base militare di Belad (sita a circa 80 chilometri da Baghdad) mentre alcune fonti hanno registrato la presenza di cinque persone ferite nell’area dell’ambasciata colpita dal secondo missile. Secondo le fonti di sicurezza presenti sul posto i missili utilizzati per colpire gli obiettivi statunitensi sarebbero del tipo Katyusha. Al momento numerosi elicotteri dell’esercito Usa stanno sorvolando l’area in cui sono caduti i missili,

Le parole di Donald Trump

Nella giornata del 3 gennaio, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva dichiarato che l’uccisione di Soleimani non sarebbe divenuta la miccia di una possibile guerra con l’Iran: Non abbiamo ucciso Soilemani per un cambio di regime o per iniziare la guerra. Ma siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria. […] il futuro dell’Iran appartiene al popolo che vuole la pace, non ai terroristi”.

Pochi minuti dopo l’attacco all’ambasciata Usa, la Casa Bianca ha pubblicato un breve estratto di una conferenza stampa del Presidente Trump in cui afferma: “La politica americana è inequivocabile nei confronti dei terroristi che fanno del male o hanno in programma di danneggiare qualsiasi americano”.

Il commento di Emergency

In serata è arrivato anche il commento dell’organizzazione umanitaria Emergency, che esorta le potenze occidentali a scongiurare in qualsiasi modo la possibilità di un nuovo conflitto a seguito della morte di Qasem Soleimani: “L’omicidio deliberato del generale Qasem Soleimani è un atto fuori da qualunque legittimità internazionale che cancella anni di trattative diplomatiche e sta portando il mondo sull’orlo di una crisi gravissima in Medio Oriente. […] Chiediamo all’Europa e all’Italia di agire immediatamente per evitare un’altra guerra e di rifiutare categoricamente qualunque supporto alle operazioni militari”.