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Madre surrogata vuole più soldi: coppia gay la porta in tribunale

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Una coppia gay ha portato in tribunale una madre surrogata dopo che quest'ultima aveva preteso ulteriori soldi e rifiutato di consegnare le bambine.

Arriva dal Regno Unito la storia di una coppia gay che ha portato in tribunale la madre surrogata che avevano scelto per far nascere le proprie gemelle. Quest’ultima infatti aveva preteso un pagamento ulteriore (in aggiunta alla cifra già precedentemente pattuita) a seguito di alcune complicanze sopraggiunte durante il parto. A seguito del rifiuto della coppia di pagare, la donna avrebbe dunque rifiutato di consegnare le gemelle, crescendole e registrandole all’anagrafe come figlie sue.

Coppia gay contro madre surrogata

Stando a quanto riportato dai tabloid britannici, la madre surrogata contattata da Steven e Marc Winchester-Horscraft per portare avanti la gravidanza delle due gemelle avrebbe chiesto altre 3mila sterline da aggiungere al pagamento di 17mila sterline già pattuito in precedenza dai tre. Le bambine infatti sono nate premature e sono dovute rimanere per diverse settimane in terapia intensiva.

Al rifiuto della coppia, già genitrice di un figlio ottenuto sempre con maternità surrogata, di pagare ulteriore denaro rispetto a quello stabilito la donna si è rifiutata di consegnare le gemelle, crescendole come figlie sue e registrando il proprio fidanzato come padre biologico.

La battaglia legale

A questo punto la coppia gay ha deciso di trascinare la madre surrogata in tribunale, dove il giudice ha stabilito l’effettiva paternità biologica di uno dei due uomini, riconoscendo quindi di fatto la genitorialità ad entrambi. Nonostante la vittoria legale, ora i due si trovano costretti a pagare circa 26mila sterline di spese legali, per le quali hanno già avviato una raccolta fondi su internet.

Alla notizia della vittoria in tribunale uno dei padri delle bambine ha affermato: “Siamo stati assolutamente felicissimi. Avendo fatto un precedente viaggio di maternità surrogata per ottenere nostro figlio, abbiamo avuto poche preoccupazioni. Non abbiamo fatto un viaggio alla leggera, ci siamo presi il tempo di conoscerci con la futura madre surrogata per assicurarci che questa fosse la decisione giusta. Siamo stati coinvolti nella comunità della maternità surrogata per oltre sette anni, quindi sapevamo cosa stavamo facendo. Ciò dimostra che anche le persone con esperienza possono trovarsi in una situazione difficile”.