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Coronavirus: Gianmarco, italiano a Hong Kong, racconta la situazione contagio

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Un italiano a Hong Kong racconta il coronavirus, dall'allarme al contagio: aumenta lo sconforto e l'ansia cresce tra i cittadini.

Un popolo di mascherine. Lungo le strade delle metropoli asiatiche anche gli occidentali vestono i dispositivi di protezione, persino toccare i tasti di un ascensore può essere pericoloso. Il coronavirus continua a diffondersi. Il virus, identificato nel focolaio del mercato degli animali selvatici di Wuhan, ha portato a 26 decessi e a 913 casi sospetti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che non ci sono ancora i presupposti per lanciare un allarme internazionale, ma molte stazioni aeroportuali hanno già avviato i controlli. I casi rilevati fuori dalla Cina sono ancora pochi. Tra le città colpite dal contagio c’è anche Hong Kong: proprio dall’ex colonia britannica situata sulla costa meridionale della Cina abbiamo raccolto la preziosa testimonianza di un nostro connazionale.

Coronavirus a Hong Kong: la testimonianza italiana

Gianmarco Mizzi, 26enne italiano residente a Hong Kong, racconta alla redazione che in città sono attualmente due i casi accertati di coronavirus. A questi si aggiungono altri due casi sospetti rilevati lo scorso 23 gennaio. La situazione è abbastanza stabile – racconta – noi italiani non viviamo in una situazione di allarme. Abbiamo ricevuto delle mail dal dipartimento HR o dal Consolato, dove si avvertiva dei rischi del coronavius e si chiedeva di prendere delle precauzioni, come lavarsi spesso la mani con sapone o soluzioni a base alcolica e indossare la mascherina”. “Il consolato più che mandare email non può fare – continua – e non è stata creata un’unità di crisi o un checkpoint presso il quale recarsi per accertamenti. Per ora puntano sul buonsenso delle persone“.

Coronavirus, Hong Kong

Per il resto la città di Hong Kong è sotto controllo. “Il rischio più grosso – racconta Gianmarco – si corre quando si prendono i mezzi pubblici, dato che un’alta densità di persone in uno spazio ristretto, come il vagone di una metropolitana, può facilitare la diffusione del virus, oltre a fornirgli un veicolo di espansione. Per precauzione sono state annullate anche le manifestazioni sportive imminenti e tutte la manifestazioni previste per il capodanno cinese”.

Emotivamente, però, si nota una certa tensione: dopo le lunghissime proteste contro il Governo che hanno portato migliaia di manifestanti per le strade di Hong Kong, un allarme del genere aumenta lo sconforto e l’ansia crescente dei cittadini, anche se “la gente cerca di mantenere la calma, anche perché buttarsi a terra in queste situazioni non serve a molto”.

Hong Kong, coronavirus

La situazione del coronavirus in Cina

Ci sono stati 26 morti, principalmente a Wuhan e nei dintorni, e 913 casi noti in Cina. Wuhan è considerato il focolaio del virus. Dopo lo stop totale dei trasporti (bus, treni, metropolitane, aerei) in entrata e in uscita, la città è stata messa in stato di quarantena. Il South China Morning Post definisce la città come una ghost town, una città fantasma.

Intanto a Wuhan è iniziata la costruzione di un ospedale che potrà ospitare oltre mille pazienti, destinato ai malati di coronavirus: secondo le autorità sarà completato e attivo in pochi giorni. In tutta la Cina viene richiesto ai cittadini di prendere misure precauzionali: prima di tutto l’uso della mascherina nei luoghi pubblici e non solo; in secondo luogo di lavare le mani più volte durante il giorno con sapone o soluzioni a base alcolica e di frequentare il meno possibile luoghi pubblici.