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Coronavirus, i 6 fattori chiave per conoscere la malattia

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Mentre proseguono le ricerche degli scienziati per comprendere la nuova epidemia, è utile conoscere 6 fattori chiave del coronavirus.

Mentre l’epidemia di coronavirus continua a diffondersi in tutta la Cina e supera i confini nazionali, alcune ricerche stanno delineando un quadro più chiaro di come si comporta l’agente patogeno e dei fattori chiave che determineranno se può essere contenuto. Il rischio all’interno della Cina è elevato; mentre nel resto del mondo la minaccia maggiore rimane il virus influenzale. Per evitare qualsiasi malattia virale, dunque, gli esperti consigliano di lavarsi le mani frequentemente ed evitare di andare in ufficio o a scuola quando si è malati. La maggior parte delle persone sane, inoltre, non ha bisogno di mascherine. Anzi, l’acquisto fuori controllo di queste ultime potrebbe contribuire alla carenza delle stesse per tutti gli operatori sanitari che ne hanno bisogno.

Coronavirus, i 6 fattori chiave

Sono oltre 300 i morti per coronavirus in Cina e all’alba del 2 febbraio l’Oms ha annunciato la prima vittima all’esterno di Wuhan, nelle Filippine. Mentre proseguono le ricerche degli scienziati per comprendere il nuovo virus e le possibilità di combatterlo, è utile conoscere 6 fattori chiave del coronavirus.

Come avviene il contagio, a quale ritmo?

Secondo gli esperti, la portata di un focolaio dipende dalla rapidità e dalla facilità con cui un virus viene trasmesso da persona a persona. Molto simile alla SARS, quindi, anche questo nuovo tipo di coronavirus è in grado di infettare un gran numero di persone in tempi rapidissimi. Gli scienziati, infatti, hanno stimato che ogni persona colpita dalla malattia potrebbe infettare tra 1,5 e 3,5 persone. Virus respiratori come questi, dunque, possono viaggiare nell’aria, avvolti in minuscole goccioline prodotte quando un il malato respira, parla, tossisce o starnutisce. Questo, infine, rende il virus più difficile da trasmettere rispetto al morbillo, la varicella o la tubercolosi; mentre più semplice a epatite o HIV. Per contenere il numero di contagi, infine, è utile provvedere a misure come l’isolamento dei malati e il monitoraggio delle persone con cui hanno avuto contatti.

Quanto è mortale il virus?

Il tasso di mortalità di un virus lo si apprende nei primi giorni di diffusione: infatti, solitamente i primi casi sono i più gravi. Tra i primi 41 contagiati a Wuhan, quasi tutti presentavano come sintomi tipici la tosse, la febbre,il respiro corto e la polmonite. I successivi casi, invece, essendo più lievi talvolta non si sono presentati dai medici e perciò potremmo non avere la stima esatta del numero di contagi totali. Allo stesso modo anche i decessi potrebbero essere sottostimati.

Infine, seguendo le prime indicazioni, il tasso di mortalità per questo virus è considerevolmente inferiore rispetto a un altro coronavirus: il MERS, ad esempio, uccide circa una persona su tre che viene infettata, e la SARS uccide circa uno su 10.

Quanto dura l’incubazione?

L’influenza ha solitamente un paio di giorni di incubazione, ovvero di tempo utile per la comparsa dei sintomi. La SARS, invece, ha avuto un periodo di incubazione di circa cinque giorni. Capire quanto tempo impiega la malattia per presentarsi può risultare molto utile per disporre eventuali periodi di quarantena o valutare di conseguenza i metodi più opportuni per agire. I funzionari del Centers for Disease Control and Prevention hanno stimato che il nuovo coronavirus abbia un periodo di incubazione da 2 a 14 giorni. Ma non è ancora chiaro se una persona possa diffondere il virus prima che si manifestino i sintomi o se la gravità della malattia influenzi la facilità con cui un paziente può diffondere il virus.

“Ciò mi preoccupa – ha affermato il dott. Mark Denison, esperto di malattie infettive alla Vanderbilt University di Nashville, Tenn – perché significa che l’infezione potrebbe sfuggire al rilevamento“.

Quanto hanno viaggiato le persone infette?

Wuhan è un posto difficile per contenere un focolaio. Con i suoi 11 milioni di abitanti, infatti, supera New York. In un giorno medio, 3.500 passeggeri effettuano voli diretti da Wuhan verso città di altri paesi. Non solo: Wuhan è anche un importante punto di collegamento all’interno della Cina: i trasporti, infatti, permettono di spostarsi da Pechino a Shanghai fino ad altre città importanti.

Quanto sarà efficace la risposta?

Per contrastare la diffusione di coronavirus, oltre a chiudere i trasporti, i funzionari hanno chiuso un mercato a Wuhan che vendeva pollame vivo, frutti di mare e animali selvatici. In seguito anche il commercio di animali selvatici a livello nazionale è stato sospeso. Le scuole sono state chiuse, la Grande Muraglia di Pechino è vietata e pacchetti turistici dalla Cina sono stati fermati. I funzionari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno elogiato la risposta aggressiva della Cina al virus. Tuttavia, non mancano le difficoltà: le persone contagiate, infatti, non hanno alcun mezzo a disposizione per raggiunger egli ospedali.

Quando arriverà il vaccino?

Essendo una tipologia di virus completamente nuova, al momento non esiste ancora un vaccino efficace per prevenirla. Tuttavia, i ricercatori stanno effettuando diversi esperimenti, ma occorrerà del tempo. Dopo l’epidemia di SARS nel 2003, i ricercatori hanno impiegato circa 20 mesi per preparare un vaccino per i test sull’uomo. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie e le scoperte in ambito medico e scientifico, si spera possano arrivare soluzioni in tempi più rapidi.

“Se non incontriamo ostacoli imprevisti, saremo in grado di avviare una sperimentazione di Fase 1 entro i prossimi tre mesi“, ha dichiarato il dott. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive.