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Coronavirus, l'Italia risponde alla Cina: "Precauzioni e solidarietà"

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La Cina accusa l'Italia di "misure eccessive" adottate per porre un freno alla diffusione del coronavirus, a partire dal blocco dei voli.

Si fanno sempre più tesi i rapporti diplomatici tra Italia e Cina dopo l’esplosione dell’epidemia di coronavirus, che dal focolaio di Wuhan si sta rapidamente diffondendo – seppur, al momento, con casi isolati – nel resto del mondo. Mentre gli esperti, inclusi quelli dell’Istituto Spallanzani di Roma, sono in prima linea nel tentativo di individuare una cura efficace contro il virus che ad oggi, lunedì 10 febbraio, ha già mietuto oltre 900 vittime, i governi europei hanno adottato misure più o meno stringenti per arginare il contagio. Le autorità di Pechino, però, non hanno gradito la decisione del premier Giuseppe Conte di sospendere tutti i voli diretti che collegano i due Paesi, lamentando un forte danno economico.

La risposta dell’Italia

“Il governo continuerà a perseguire una linea di massima precauzione con l’obiettivo prioritario di assicurare la tutela della salute di tutti i cittadini, come fatto fino ad ora con tutte le misure già assunte” è la replica del premier, divulgata tramite un comunicato diffuso al termine del vertice di maggioranza a Palazzo Chigi. “Il governo continuerà inoltre ad aggiornarsi con vigile attenzione avendo cura che tutte le iniziative restino costantemente adeguate ai criteri di proporzionalità e adeguatezza fin qui adottati”. Al tempo stesso, l’esecutivo assicura che non verranno meno “le iniziative di sostegno umanitario e di solidarietà nei confronti del popolo cinese”.

Coronavirus, tensione Italia-Cina

“La Cina auspica che l’Italia possa fare una valutazione obiettiva e razionale dell’emergenza coronavirus, fondata sulla scienza” e non sulla paura, ha fatto sapere Geng Shuang, portavoce del Ministero degli Esteri cinese. Già a fine gennaio, quando il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria, in molti a Pechino hanno interpretato la decisione come una mossa politica dell’esecutivo giallorosso per prendere le distanze dalla Nuova Via della Seta. È apparsa sospetta proprio la discrepanza tra l’atteggiamento italiano al momento della firma dell’accordo tanto discusso e quello attuale, che vede l’Italia come unico Paese dell’Unione a optare per la chiusura degli aeroporti.

Il commento dell’ex ambasciatore

A lanciare l’allarme su possibili ripercussioni dell’emergenza coronavirus sui rapporti Italia-Cina è anche Alberto Bradanini, ex ambasciatore italiano a Pechino. La reazione del governo Conte “è stata improvvisata e gestita in maniera dilettantesca perché la chiusura di tutti i voli andava discussa e concordata con gli stessi cinesi” ha commentato. “Sarebbe il caso, invece, di trovare una soluzione che non intacchi quella buona intesa diplomatica che è necessario avere con un Paese così importante dal punto di vista commerciale ed economico. Loro avrebbero capito. I cinesi non dimenticano i loro amici, ma non dimenticano neanche chi li ha abbandonati nel momento del bisogno“.

Xi Jinping: “Situazione molto grave”

A parlare di “situazione molto grave“, però, è stato lo stesso Xi Jinping durante una visita al Ditan Hospital di Pechino. Il presidente ha invitato tutti i concittadini a dimostrare “ferma fiducia, forte determinazione e misure più risolute” nel combattere questa “guerra del popolo” contro l’epidemia di coronavirus.