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Coronavirus, Usa pronti a far evacuare la Diamond Princess

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Secondo una lettera mandata all'ambasciata Usa in Giappone, gli Usa sono pronti all'evacuazione dei connazionali sulla Diamond Princess.

Secondo quanto scritto in una lettera mandata all’ambasciata Usa in Giappone, gli americani avrebbero l’intenzione di far evacuare i connazionali rimasti prigionieri per via del coronavirus sulla nave da crociera Diamond Princess. Previsti autobus e aerei per la loro evacuazione.

Coronavirus, Usa evacueranno i loro connazionali

Il governo degli Stati Uniti in una lettera mandata all’ambasciata americana in Giappone ha fatto sapere che presto farà evacuare i suoi connazionali dalla nave da crociera Diamond Princess. La nave, infatti, è ferma da giorni al porto di Yokohama, in quarantena, dopo aver scoperto che a bordo molti passeggeri erano stati contagiati dal Coronavirus covid-19.

I passeggeri in quarantena su quella nave sono 1300, di cui 380 americani, e proprio in questa lettera Henry Walke, direttore della Divisione emergenze del CDC, ha spiegato la sua intenzione di agire con una misura di evuazione per i suoi connazionali.

Autobus e aerei pronti all’evacuazione

Il Governo americano avrebbe già predisposto molti autobus che nei prossimi giorni trasporteranno i contagiati e i loro effettivi verso aerei che poi li ricondurranno in Usa. Dopo i vari screening precauzionali a cui verranno sottoposti prima dell’imbarco per verificare i sintomi del virus, saranno previsti due voli: uno all’aereoporto militare di Travis, in California, mentre un secondo velivolo atterrerà nell’aereoporto militare di Lackland, in Texas. Non appena atterreranno sul suolo americano, tutti i passeggeri dovranno rimane in quarantena per almeno due settimane.

Comprendiamo che ciò è frustrante e un adattamento, ma queste misure sono coerenti con le politiche attente che abbiamo istituito per limitare la potenziale diffusione della malattia“, si legge nella lettera mandata all’ambasciata: “Riconosciamo che questa è stata un’esperienza stressante e continuiamo a dedicare tutto l’impegno possibile in modo da riportarvi al più presto negli Stati Uniti“.