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Il Coronavirus è stato veramente creato in un laboratorio di Wuhan?

Gli ospedali in Cina

Coronavirus: secondo alcuni scienziati sarebbe stato creato in laboratorio ma per i virologi di Wuhan si tratta di cospirazione.

Luci e ombre aleggiano ancora sulla natura della diffusione in Cina del COVID-19: una battaglia a colpi di fake news, in cui prolifera la lotta politica e cospirazionista. Tra le ultime notizie, prende particolarmente piede quella secondo cui la creazione del virus sia effettivamente avvenuta in un laboratorio della provincia dell’Hubei. Il coronavirus dunque sarebbe stato impiantato in cavie animali (nello specifico, pipistrelli ndr.) per poi essere diffuso senza alcun controllo all’interno del mercato del pesce di Huanan.

Coronavirus in laboratorio e altre teorie

Secondo questa teoria, elaborata da una coppia di scienziati del South China Institute of Technology e riportata da media internazionali, il virus potrebbe essere stato creato e diffuso da uno dei due laboratori presenti sul territorio: parliamo del Centro per il Controllo delle Malattie e dell’Istituto di virologia di Wuhan. Precisiamo però che entrambe le strutture si trovano a diversi chilometri dall’epicentro del focolaio del virus: la possibilità che le cavie, in fuga dal laboratorio, possano aver raggiunto il centro della città è da escludere del tutto.

Coronavirus in laboratorio? La risposta dei ricercatori

Chen Quanjiao, ricercatrice dell’Istituto di virologia di Wuhan è intervenuta a seguito della diffusione della notizia per smentire i rumors che concentravano l’accusa sui vertici della struttura sanitaria. “Attenzione alle cospirazioni” ha esordito, difendendosi dalla news veicolata sul social network cinese Sina Weibo in cui un utente con IP statunitense asseriva che la Chen aveva dichiarato pubblicamente che “Wang Yany, capo dell’istituto, ha venduto animali sottoposti a esperimenti al mercato del pesce di Huanan facendo trapelare il virus dal laboratorio”.

Chen ha annunciato che agirà per vie legali contro gli individui che hanno diffuso attraverso i media la falsa indiscrezione sulla natura dell’epidemia e ha precisato “Non ho mai rilasciato alcuna dichiarazione o informazione di questo genere, provo profonda indignazione verso le persone che hanno utilizzato il mio nome per fabbricare questa bufala”. Le forze dell’ordine di Jiangsu hanno confermato che l’account in questione si era più volte autoproclamato membro della Squadra di Pincong: un gruppo impegnato nella propaganda antigovernativa e secessionista.

Non è la prima volta che l’Istituto di virologia di Wuhan e i suoi ricercatori si trovano al centro delle controversie legate alle teorie cospirative sullo scoppio del COVID-19: poche ore prima infatti, l’istituto ha dovuto smentire le voci secondo cui un membro del team di ricerca, Huang Yanling sarebbe stato il paziente zero del nuovo coronavirus. “In un momento cruciale della lotta contro l’epidemia, queste ulteriori indiscrezioni false hanno ostacolato il lavoro di ricerca dell’istituto” hanno riferito in una nota ufficiale.