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Coronavirus, Boyle: "Arma da guerra biologica creata in laboratorio"

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Francis Boyle, professore di diritto all'Università dell'Illinois ritiene che il coronavirus sia "un'arma da guerra biologica creata in laboratorio".

In una recente intervista per il sito Geopolitics and Empire, Francis Boyle, docente di diritto all’Università dell’Illinois ha detto che il coronavirus è “un’arma da guerra biologica creata in laboratorio”. Inoltre, secondo il professore, “l’Organizzazione mondiale della Sanità ne è già a conoscenza”. Infatti, il laboratorio BSL-4 è anche un centro di ricerca dell’OMS, perciò quest’ultima non poteva essere estranea ai fatti.

Coronavirus, arma da guerra biologica?

L’epidemia di Covid-19 partita da Wuhan si sta diffondendo in tutto il mondo: anche in Italia sono stati registrati oltre 250 casi. Boyle sostiene che il coronavirus sia “un’arma da guerra biologica potenzialmente letale“. Il virus, secondo il professore dell’Università dell’Illinois, sarebbe “fuoriuscito da un laboratorio di massima sicurezza” di Wuhan. In seguito, inoltre, il governo cinese avrebbe iniziato ad adottare provvedimenti per contenere la diffusione dell’epidemia, adottando talvolta misure drastiche.

La visione emersa dall’intervista all’esperto americano di bioterrismo, però, è in netto contrasto con la versione ufficiale dei fatti. Secondo quest’ultima, appunto, l’epidemia di coronavirus deriverebbe dal mercato del pesce di Wuhan. Anche questa affermazione, tuttavia, è stata ben presto smentita da altri esperti del settore. Non a caso la rivista The Lancet ha constatato come la prima persone infettata dal virus (nel dicembre 2019) non si fosse proprio recata al mercato ittico cinese. Inoltre, dei primi 41 casi esaminati da un gruppo di ricercatori dell’ospedale di Wuhan, soltanto 27 persone (ovvero il 66%) erano state al mercato a partire dal 10 dicembre.