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Coronavirus, la Cina lo ha sconfitto: ora è il Paese più forte al mondo

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Dopo aver sconfitto il coronavirus, la Cina si lancia alla conquista (politica ed economica) del mondo.

La Cina ha sconfitto il Coronavirus e si candida ora per essere il Paese più forte al mondo. I numeri confermano la vittoria sul virus: ieri solo 8 nuovi contagi nella città di Wuhan e 7 in tutto il Paese, di cui 6 hanno contratto il virus all’estero (contagio di ritorno). I dati sanitari confortano finalmente il colosso asiatico che, però, ha da subito reagito mettendo in piedi ospedali in pochi giorni e impiegando tutta la sua forza economica nella ricerca che ora permette ai suoi medici di venire in Italia a dare supporto e esperienza sul campo al sistema sanitario italiano, sull’orlo del collasso.

Si parla di modello Cina per affrontare l’emergenza e, di conseguenza, il Paese che per primo era stato vittima del coronavirus, trae oggi un vantaggio sugli altri Stati del mondo. Tutto questo trattandosi della Cina pone le basi anche per un nuovo beneficio, non solo sanitario ma anche e soprattutto politico ed economico.

La Cina ha sconfitto il coronavirus da sola

L’economia cinese è in forte crescita da molti anni ma nel 2019 la Repubblica Popolare Cinese è dovuta per la prima vota scendere a patti con gli Stati Uniti di Trump per quanto riguarda i dazi e dunque accettare una crescita del proprio PIL meno importante rispetto a quella del passato.

Ora le regole sono cambiate. La Cina è venuta fuori dall’emergenza coronavirus prima di tutti, essendo stata il paziente zero del mondo. Le competenze mostrate nella gestione dell’epidemia hanno creato, come detto, il modello Cina che permetterà al paese di esportare il proprio Know How in tutto il mondo andando di conseguenza a rafforzare i legami internazionali con i Paesi in difficoltà.

I vantaggi per Pechino

Altro aspetto che potrebbe fare della Cina il paese leader nell’economia mondiale è il sistema sanitario che ha mostrato di possedere in questi mesi. Ospedali costruiti in pochi giorni e assistenza a tutti i cittadini, un bello schiaffo al sistema americano privato dove un tampone può arrivare a costare fino a 3mila dollari.

Certo, la Cina non è nota nel mondo per essere un Paese in cui i diritti civili delle persone, come li intendiamo noi occidentali, vengono rispettati. Si pensi solamente alle palesi violazioni della privacy che si sono avute durante l’emergenza coronavirus, quando tutti i movimenti delle persone erano tracciati da smartphone e compagnie telefoniche o in strada le telecamere del governo cinese controllavano che nessuno fosse fuori casa.

Un modo militare di controllare il territorio che ha dato al Presidente Xi Jinping il potere decisionale incontrastato di eliminare ogni possibile disturbo al suo operato. Una battaglia brusca e senza regole, ma comunque vinta. La Cina avrà ora il tempo di riorganizzarsi, mentre il coronavirus viaggia lontano dai confini nazionali verso l’Europa e gli Stati Uniti.