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Coronavirus: 5 senatori USA hanno venduto azioni prima dell'emergenza

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Salgono a 5 i senatori USA che hanno venduto le loro azioni prima della crisi portata dal coronavirus: i titoli avrebbero perso tra il 30 a 39%.

Cresce sempre di più negli USA lo scandalo dei senatori che a Gennaio 2020, prima dello scoppiare dell’emergenza coronavirus, hanno venduto le loro azioni. Si tratta del senatore repubblicano Richard Burr, presidente della commissione Intelligence, Kelly Loefner, Dianne Feinstein, Ron Johnson e Jim Inhofe.

Il primo nome circolato è stato quello di Burr, il quale, durante un incontro privato avvenuto il 24 Gennaio, avrebbe informato gli altri senatori della gravità dell’epidemia del coronavirus, invitandoli a occuparsi dei loro investimenti finanziari. Pubblicamente però Burr aveva dato ben altre informazioni, rassicurando il popolo americano sulle limitate conseguenze del contagio.

Burr e Kelly Loeffler, senatrice eletta in Georgia e moglie di Jeffrey Sprecher, presidente del New York Stock Exchange, una delle principali borse mondiali, hanno venduto le loro azioni proprio nei giorni in cui il presidente Donald Trump sminuiva la portata dell’epidemia. La Loeffler si è difesa su Twitter scrivendo: “Non prendo io le decisioni sul mio portafoglio, ma sono terze parti a decidere e senza che ne’ io ne’ mio marito possiamo saperlo”.

Coronavirus: scandalo senatori USA

Dalla cessione delle sue azioni Burr, secondo il sito investigativo ProPublica, avrebbe guadagnato circa 1,7 milioni di dollari. Inoltre, sempre ProPublica, sarebbe riuscita ad ottenere una registrazione di un discorso del senatore Burr in un circolo esclusivo. In quell’occasione avrebbe rivelato a colleghi e investitori l’imminente disastro sanitario: “Vi posso dire che siamo a livello dell’epidemia del 1918”, anno della cosiddetta “influenza spagnola” che provocò circa cento milioni di morti nel mondo.

L’ultimo nome coinvolto è quello del senatore repubblicano del Wisconsin, Ron Johnson, anche lui tra quelli che avevano sminuito pubblicamente la portata dell’epidemia: “Non sarà una sentenza di morte” aveva detto “tranne che per il 3-4 per cento della popolazione, ma penso anche molto meno”. Nel frattempo però, Johnson stava già cedendo tutti i suoi titoli. In base a quanto riportato dai media USA, la maggior parte dei titoli ceduti dai senatori ha poi perso tra il 30 e il 39 per cento.