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Coronavirus: "Il vaccino può essere pronto in autunno"

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Emergenza Covid-19, parla lo scienziato Andrea Carfi, a capo del team di ricercatori impegnati a trovare un vaccino: "Può essere pronto in autunno".

Emergenza coronavirus, l’ipotesi vaccino che avanza. In un’intervista esclusiva all’Espresso, Andrea Carfi – scienziato italiano – ha dichiarato che potrebbe essere pronto in autunno e che i primi a usufruirne dovrebbero essere medici, infermieri e operatori sanitari.

Il vaccino in autunno?

Emergenza coronavirus, arrivano buone notizie. Secondo Andrea Carfi, scienziato di origini italiane, il primo vaccino potrebbe essere pronto in autunno. In un’intervista esclusiva rilasciata all’Espresso, l’esperto a capo del team di ricerca sulle malattie infettive di Moderna ha spiegato il lavoro effettuato dal suo team in collaborazione con il National Institute of Health, l’equivalente americano dell’Istituto Superiore di Sanità. Grazie a un lavoro di 42 giorni, i ricercatori sarebbero arrivati al vaccino e avrebbero inviato i test alla società biotech americana nel Massachusetts, cui sede si trova a Cambridge. A seguito di studi preclinici ed esperimenti sui topi, il 16 marzo è partita la fase 1 della sperimentazione sull’uomo del vaccino RNA.

Gli obiettivi prefissati

Oltre a misurare l’efficacia del vaccino, l’obiettivo ora rimane verificarne i suoi effetti collaterali. Attraverso più fasi, i test verranno allargati ad un numero maggiore di persone. Per elaborare i dati e passare alle successive fasi serviranno dalle sei alle otto settimane, con la fase due che dovrebbe iniziare in primavera e la fase tre in autunno.

Se le procedure dovessero seguire questo ritmo, è proprio in autunno che si dovrebbe arrivare all’approvazione del vaccino, che sarebbe – in un primo momento – destinato a medici, infermieri e operatori sanitari. La squadra di Carpi punterebbe a far approvare il vaccino in via definitiva entro la fine del 2021: “Si sta lavorando su diversi fronti, incluso quella della produzione del vaccino in larga scala, parliamo di milioni di dosi da produrre e somministrare, dopo l’approvazione definitiva”, ha dichiarato lo scienziato. Il costo dell’operazione prevede centinaia di milioni di dollari.