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Coronavirus, per gli Usa la Cina ha mentito sul numero dei contagi

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Per l'intelligence Usa la Cina avrebbe fornito dati falsi su morti e contagiati da coronavirus.

I numeri sui morti a causa del coronavirus in Cina e nel resto del mondo sono impressionanti. Ma potrebbero essere di più, secondo gli 007 americani. Da un rapporto segreto dell’intelligence americana arriva un’ipotesi: Pechino avrebbe mentito dati di contagiati e decessi dall’inizio della pandemia.

Coronavirus, la Cina avrebbe falsato i numeri

Per gli 007 americani i numeri forniti dalla Cina sono falsi. In un report consegnato la settimana scorsa alla Casa Bianca, si legge che la Cina avrebbe nascosto intenzionalmente l’entità dell’epidemia del coronavirus nel Paese, sottostimando sia i decessi che i contagi totali causati dal virus. Due funzionari dei servizi segreti hanno dichiaro al sito Bloomberg che la Cina avrebbe comunicato volontariamente all’Oms dei dati falsi. Così facendo avrebbe compromesso, quindi, la risposta dei singoli stati contro l’epidemia.

La Casa Bianca e l’ambasciata cinese hanno preferito per ora non commentare il report di Bloomberg. Il documento dovrebbe essere messo a disposizione anche ai servizi segreti collegati, compresi quelli italiani. Intanto il segretario di Stato Mike Pompeo ha sollecitato la Cina e le altre nazioni a essere trasparenti sui loro focolai e numeri di contagi. Inoltre, ha accusato la Cina di aver nascosto la portata del problema e di essere lenta nel condividere informazioni, soprattutto nelle settimane successive alla comparsa del virus, oltre ad aver bloccato le offerte di aiuto di esperti americani.

Lo studio

Uno studio del professor Craska, del Us Naval War College, ha ricostruito la diffusione delle notizie sull’epidemia in Cina. Per lui, il virus era già presente almeno metà dicembre 2019, mentre solo il 14 febbraio 2020 (ovvero due mesi dopo), la Cina ha reso pubblico che 1700 operatori sanitari erano infettati. La Cina è uno dei 194 stati che partecipano all’International Health Regulations, ma ne ha violato l’articolo 6 (che prevede l’immediata comunicazione in caso di epidemie umane) e l’articolo 10 (che prevede di rispondere alle domande di chiarimenti dell’OMS in modo immediato).