L’organizzazione Animal Equality ha lanciato una petizione per mettere al bando i wet market asiatici, i mercati da cui si sarebbero diffuse diverse epidemie tra cui la Sars, l’influenza suina e forse il coronavirus, e rivelando cosa sono costretti a subire gli animali che vengono qui venduti.
Animal Equality contro i wet market
Gli animalisti, di fronte all’epidemia in corso che ha già infettato oltre un milione di persone, hanno chiesto alle Nazioni Unite di mettere definitivamente al bando i mercati di carni animali come quello di Wuhan, focolaio della pandemia. Per farlo hanno realizzato un video contenente immagini forti e violente relative alle condizioni in cui si trovano le specie.
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Gli animali vengono infatti tenuti rinchiusi in gabbie molto piccole e sporche per poi essere brutalmente macellati per i clienti che desiderano mangiare quel tipo di carne. Il che va anche a causare un problema sanitario perché le condizioni igieniche tanto dei mercati quanto dei luoghi di reclusione lasciano a desiderare. Questo, ha spiegato il direttore esecutivo Matteo Cupi, crea terreno fertile per quelle che sono chiamate malattie zoologiche che a lungo andare potrebbero diventare una minaccia per la salute pubblica.
Per questo Animal Equality ha chiesto di firmare per la loro causa in modo che possa presto diventare realtà. A 24 ore dal lancio la petizione ha già raccolto quasi 100 mila firme e solo in Italia si sono superate le 25 mila.
❌CHIUDIAMO PER SEMPRE I WET MARKET
È questa la semplice richiesta che facciamo all’ONU.Questi mercati sono un inferno per gli animali e sono il terreno fertile per la diffusione di malattie pericolose per la salute GLOBALE.
FIRMA ORA: https://t.co/mOfbCN07hY#BanWetMarkets pic.twitter.com/o7lHcrDWhx
— AnimalEqualityItalia (@AE_Italia) April 2, 2020