> > Coronavirus, fuga da Wuhan dopo il lockdown: 65mila in viaggio

Coronavirus, fuga da Wuhan dopo il lockdown: 65mila in viaggio

coronavirus fuga wuhan lockdown

In fuga in 65mila da Wuhan, città cinese più colpita dal coronavirus uscita dal lockdown dopo 3 mesi.

Nel primo giorno senza lockdown dopo ben 3 mesi, saranno 65mila le persone che lasceranno Wuhan, in quella che può essere considerata una vera e propria fuga dalla città cinese maggiormente colpita dal coronavirus. Le stime parlando di 5mila persone che si muoveranno con il treno, più di 10mila con l’aereo dal Wuhan Tianhe, piccolo scalo cittadino dove sono in programma circa 200 voli in entrata e in uscita. A questi numeri si devono poi naturalmente aggiungere quelli del trasporto su strada. Una città di 11 milioni di abitanti che si risveglia e torna nuovamente a vivere.

La fuga da Wuhan dopo il lockdown

Dalle mezzanotte dell’8 aprile Wuhan non ha più il lockdown, ossia le misure di contenimento necessarie per contrastare la diffusione del coronavirus. Una quarantena che perdurava dal 23 gennaio scorso, con misure per i contravventori ben più dure rispetto a quelle previste in Italia e nel mondo occidentale in generale.

Wuhan prova a ripartire dopo il coronavirus

La riapertura non è avvenuta però in maniera sconsiderata, ma anzi sono molte le misure di protezione messe in atto dall’esecutivo cinese. Prima di tutta c’è l’app AliPay o WeChat, scaricata sullo smartphone, che dà a ogni residente un codice Qr colorato sullo stato di salute, previa scannerizzazione del documento di riconoscimento: il rosso vale un caso confermato di infezione da sottoporre ad immediato trattamento medico, il giallo esprime un contatto ravvicinato con un caso di contagio (obbligo di quarantena e divieto di viaggiare), mentre il verde certifica l’assenza di rischi e consente gli spostamenti e il ritorno al lavoro. Nell’ultima settimana sono stati riaperte le attività commerciali, dai negozi ai ristoranti e fino ai grandi magazzini con il non facile compito di far ripartire l’economia in una delle area più colpite al mondo dal coronavirus.