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Coronavirus, denuncia le carenze sanitarie: licenziato medico italiano

Coronavirus medico italiano licenziato

Licenziato un medico anestesista italiano in Spagna, aveva denunciato carenze sanitarie per l'emergenza coronavirus

Un medico italiano in servizio in Spagna è stato licenziato per aver denunciato delle mancanze organizzative per far fronte all’emergenza coronavirus. Il dottore aveva avanzato una serie di proposte basate su quanto stesse già avvenendo in Italia, ma queste non sarebbero state prese bene dai suoi responsabili che hanno deciso di allontanarlo. Gabriele Faccio, questo il nome del medico anestesista di origine romana, lavorava da circa un anno all’Ospedale Costa del Sol di Marbella, nella provincia di Malaga.

Coronavirus, licenziato medico italiano in Spagna

“Non era mia intenzione rientrare in Italia, però magari avrei voluto tornare a casa e dare una mano ai colleghi – ha detto Faccio in un’intervista a Fanpage – Come si fa a lasciare a casa un medico anestesista in queste condizioni?”. Il suo contratto era a tempo indeterminato, ma nella lettera di licenziamento c’era scritto che il suo periodo di prova non era andato a buon fine e per questo la struttura preferiva fare a meno di lui. “Le cose che stavano succedendo in Italia, io le avevo interpretate come un piccolo anticipo di quello che sarebbe successo anche in Andalucia. Mi hanno dato dell’allarmista, dicendo che tanto potevamo stare tranquilli, anche perchè la maggior parte dei pazienti ricoverati in pneumologia erano soltanto italiani”, ha detto l’anestesista.

I provvedimenti presi troppo tardi

Il tempo ha dato ragione al medico italiano visto che l’incombere della diffusione dei contagi in Spagna ha portato anche il suo vecchio ospedale a prendere dei provvedimenti, seppur in ritardo: “Ieri ho sentito un collega, ha detto che hanno solo una mascherina ffp2 a settimana – dice Faccio che poi aggunge – Dentro l’ospedale la gestione non andava fatta così. Va tutto bene, prima linea, trincea, però bisogna preservare la salute dei camici bianchi. I primi pazienti Covid arrivati veniva trasportati negli stessi ascensori che poi usavano le donne che andavano a partorire, senza che nessuno andare a disinfettare tutto. Ho una bambina di un anno e mia moglie è incinta di otto mesi. Ma posso andare a lavorare tornare a casa con queste cose?”