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Coronavirus: a New York, in proporzione, più morti che in tutta Italia

New York, il punto sull'epidemia da coronavirus

I dati della John Hopkins University lo confermano, a New York sono morte di coronavirus più persone che in tutta Italia: il dossier.

A New York, dal 20 marzo è tutto chiuso come ordinato d’altronde dal governatore Andrew Cuomo. Non c’è una data certa di riapertura, Trump pensa al primo maggio, ma probabilmente si procederà gradualmente, iniziando con le industrie. In tanti, adesso, cominciano ad avere veramente paura.

Coronavirus, il punto sulle morti a New York

In una Manhattan in lockdown per il coronavirus negozi e locali si preparano al peggio: quasi tutte le vetrine sono barricate. Una scena che non si vedeva dai tempi sciagurati della crisi del 2008, quando la recessione causata dal crollo dei mutui subprime e il fallimento di Lehman Brothers fecero fallire decine di attività commerciali.
In questa inedita New York, con la gente asserragliata nelle proprie case, il crimine è crollato a picco. Calati del 18% i furti e le incursioni, ma con il dato che ci conferma che il 20% della polizia, qui, è malata o in quarantena, si teme una vera rivoluzione criminale se la situazione economica dovesse peggiorare ulteriormente.

Negli ospedali si patiscono ancora le falle del sistema sanitario statunitense, i dispositivi di protezione scarseggiano in molti centri e non ci sono sicurezze per medici e infermieri, impegnati in prima linea nella lotta la covid-19.

In tutto il paese intanto non si è arrestata la crescita del numero delle vittime causate dal coronavirus, si aggiungono altri 2.228 morti in 24 ore, mentre a New York si supera la soglia dei 10.000 i decessi. Questo è quanto emerge dai dati pubblicati dalla John Hopkins University. In pratica, seguendo l’andamento della curva di contagio, sono già morte (in proporzione) più persone a New York che in tutta Italia, il paese europeo più coinvolto in prima linea nell’epidemia.