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Coronavirus, anziana infetta torna in Marocco: 25mila in quarantena

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"Nonna Italia" ha portato il coronavirus in una città del Marocco: tornata dall'Italia, la signora è deceduta ma non sapeva di essere infetta.

L’hanno soprannominata “Nonna Italia”. Tornata nel suo Paese di origine, in Marocco, ha portato inconsapevolmente il coronavirus e adesso costringe un’intera comunità di 25mila persone a restare in quarantena. Questa è la storia di una donna marocchina, già malata da tempo, rientrata nella sua Nazione dopo aver trascorso gran parte della sua vita in Italia per motivi di lavoro. La zona contagiata è quella di di Errich, 25mila abitanti, regione del Tafilalet posizionata tra il deserto del Sahara e il medio Atlante. Nello Stato del Marocco, un’area che conta un milione e mezzo di abitanti, i casi censiti di coronavirus sono 78, e sono tutti a Errich. E collegati a “Nonna Italia”.

Coronavirus in Marocco

Dunque, il coronavirus in Marocco al momento è collegato a un caso ‘italiano’: si tratta appunto di ‘Nonna Italia’, deceduta da qualche giorno. Già malata per altre patologie, non sapeva di avere anche il coronavirus ed è morta circondata dall’affetto dei suoi cari. Proprio per questo ha infettato 23 persone. Ma non solo: le usanze locali prevedono tre giorni di lutto con relativi scambi di visite fra parenti e in un meno di una settimana i contagi sono raddoppiati, arrivando quasi a 80, tutti nell’area di Errich. Così, le autorità locali hanno stabilito la quarantena forzata per 25mila persone.

In Marocco, intanto, tiene banco la preoccupazione per il coronavirus. In particolare, un pensiero di riguardo è arrivato da Amnesty International in merito al problema delle carceri. Negli ultimi sei mesi le autorità marocchine hanno mostrato una crescente intolleranza nei confronti di coloro che esprimono opinioni critiche: tra novembre 2019 e gennaio 2020, almeno 10 persone – tra cui un giornalista e due rapper – sono state arrestate per ‘offesa a pubblico ufficiale o alle istituzioni’ e sette di loro stanno scontando condanne a pene detentive.

Coronavirus e carceri

Il 5 aprile, per decongestionare le carceri come misura di contrasto al coronavirus, re Mohammed VI ha amnistiato 5654 detenuti. Tra loro però non vi è alcun prigioniero di opinione. Nel frattempo, ai sensi dello stato di emergenza, sono state arrestate almeno 450 persone per aver violato le norme sul confinamento e la quarantena. Rischiano da uno a tre anni.