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Il coronavirus ferma lo sviluppo in Cina: primo crollo del Pil da 1992

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L'Ufficio nazionale di statistica della Cina ha diffuso i dati dello sviluppo condizionati dall'emergenza coronavirus: giù il Prodotto interno lordo

L’emergenza coronavirus ha ufficialmente fermato lo sviluppo della Cina: il Pil è crollato facendo registrare il primo dato negativo dal 1992. A riportare i numeri che preoccupano Pechino è lo stesso Ufficio nazionale di statistica. La pandemia riguardante il coronavirus (Covid-19) ha quindi destabilizzato l’economia della Cina, Paese da cui è partito l’allarme. Il dato in negativo supera le previsioni ma era inevitabile. La Cina è rimasta ferma in lockdown per le misure restrittive fabbriche comprese.

Coronavirus, il crollo del Pil in Cina

Nel primo trimestre del 2020, insomma, il Prodotto interno lordo è crollato del 6,8%. Si tratta di una chiara causa degli effetti dell’emergenza coronavirus in Cina. Pechino ha accusato il primo dato negativo dal 1992, ovvero dall’anno di avvio delle statistiche su base trimestrale. Stando a quanto riferito dall’Ufficio nazionale di statistica la variazione congiunturale, dunque rispetto al periodo di rilevazione precedente, è pari a -9,8%.

Contrazione per l’industria

Contrazione annua anche per la produzione industriale con un 1,1% che però risolleva dal -13,5% di gennaio-febbraio e batte le attese medie degli analisti fissate a -7,3%. La Cina sta in qualche modo cercando di ripartire dopo il grande allarme coronavirus, ma la riapertura deve avvenire con tutte le condizioni di sicurezza possibili.

Nuovi contagi importati

Il problema di Pechino è in particolare la nuova ondata di contagi portate dall’estero. Si sono registrati, infatti, dopo oltre un mese di cali delle infezioni, oltre 100 nuovi casi quasi totalmente importati. Gli unici casi trasmessi localmente provengono dalle provincie di Heilongjiang di Guangdong. La Cina è riuscita a far calare i contagi grazie a drastiche misure restrittive.