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Coronavirus, come il Vietnam ha affrontato la pandemia

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In Vietnam si registrano a oggi solo 268 contagi e zero morti per coronavirus. Il caso che incuriosisce e fa riflettere sotto molti aspetti.

In Vietnam, mentre il mondo fatica a contenere l’epidemia da coronavirus, si sono registrati solo 268 casi da Covid-19. Nel Paese che confina con la Cina per oltre mille chilometri non ci sono decessi: come sta facendo il Vietnam a sconfiggere la pandemia?

Il caso Vietnam

Il caso del Vietnam incuriosisce e affascina allo stesso tempo. Il Paese condivide con la Cina un lungo confine, formato da frontiere che toccano entrambi per oltre mille chilometri e, nonostante il vicino sia stato il primo focolaio da coronavirus al mondo con migliaia di morti e contagi, il Vietnam rappresenta l’esatto opposto: con 268 positivi e nessun decesso è uno degli esempi, almeno per ora, di lotta al Covid-19. Com’è possibile spiegare tale fatto, ad oggi, data la vicinanza con la Cina a la numerosità della popolazione? La tv tedesca Deusche Welle ne dà un esempio, sottolineando comunque come i dati forniti vadano presi con le forbici, ma ricordando come il Vietnam si sia da subito attrezzato con misure rigide e applicate in maniera tempestiva, proprio data la prossimità al Paese focolaio dell’epidemia.

“Combattere questa epidemia vuol dire combattere un nemico”, affermava il premier Nguyen Xoan Phuc dichiarando “guerra” alla diffusione fin da subito, utilizzando però un sistema diverso da quello coreano – con tantissimi test e tracciamento tramite app – e basato sulla consapevolezza d’aver un sistema sanitario non efficiente e attrezzato. Il sindaco di Ho Chi Minh, città da 8 milioni di abitanti, ha dichiarato che i posti di terapia intensiva erano solo 900, cosa che ha spinto a prendere forti misure di contenimento per evitare il disastro.

Prevenzione e comunità

Per arginare il contagio il Vietnam si è dunque affidato alla prevenzione – con politiche rigorose in fatto di quarantena e tracciamento di persone entrate in contatto con il virus – già da quando il virus non era uscito dalla Cina. Il 12 febbraio una città di 10mila abitanti è stata messa in quarantena per tre settimane, nonostante solo dieci casi confermati. Un tracciamento eseguito tra sintomatici e asintomatici, non potendo immaginare che tipo di diffusione potesse avere il virus, cosa che ha portato mettere in quarantena non solo chi aveva contratto il Covid-19, ma anche coloro che erano state vicini a queste persone. Quarantena per chi veniva da fuori il Vietnam, chiusura delle scuole e delle università a inizio febbraio, e centinaia di controlli in strada tra militari e sorveglianza. Un Paese che ha fatto leva sul suo grande senso di comunità in tempi di crisi, con il premier che non ha risparmiato scenari che richiamavano alla guerra: “Ogni area deve essere una fortezza per prevenire l’epidemia”. Una massiccia campagna mediatica che ha sì aiutato, ma che non ha evitato – come normale – una profonda crisi economica, che sarà probabilmente il problema più difficile da affrontare. Per ora il Governo, fa sapere, ha stanziato una liquidità immediata di 1,1 miliardi nel sistema.