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La lettera di un medico di New York: "Un mese senza i miei figli"

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Coronavirus a New York, la lettera di un medico, Grace Farris. La dottoressa impegnata contro il covid-19: "Non vedo i miei figli da un mese".

Una lunga e toccante lettera quella di Grace Farris, medico di New York impegnato a combattere il coronavirus. La dottoressa, mamma di due figli, non vede questi ultimi da un mese. Ed è al NYT che racconta queste ultime quattro intense settimane: “Sono passate quattro settimane da quando ho visto per l’ultima volta i miei figli e iniziano a mancarmi. Mia suocera è stata previdente: il 14 marzo mi ha detto di mandare i ragazzi da lei nel Connecticut. Anche se io e mio marito non eravamo sicuri perché ancora non avevano chiuso le scuole. Ma lei, pensionata con un ruolo nelle Nazioni Unite, mi aveva avvisato che sarei dovuta essere in ospedale per tanto tempo. E aveva ragione. Io non volevo credere all’impatto del coronavirus nella vita di tutti, anche se sapevo che c’era questo rischio”. Grace, infatti, ne era già a contatto poiché medico all’ospedale di Midtown Manhattan.

Coronavirus New York, la lettera di un medico

“Mio marito ed io abbiamo accettato con riluttanza, ma la sera successiva, dopo che i ragazzi erano già a casa della nonna, le scuole pubbliche di New York City sono state chiuse. – ricorda Grace – Siamo stati fortunati perché non abbiamo dovuto pensare a come sistemare i bambini mentre noi eravamo a lavoro. Però, non pensavamo di stare così tanto lontani da loro: due settimane, forse. Invece, è un mese che io e mio marito non vediamo i nostri piccoli bambini“. Il medico non può pensare, però, a quanto sia dura la battaglia contro il coronavirus: “I primi giorni ricordo un paziente: lo abbiamo dimesso perché stava bene, è tornato con tosse e febbre ed era nuovamente positivo. Sembrava un film horror, incredibile”.

La lontananza dai figli, nelle prime due settimane, per Grace non è stata poi molto dura: “Perché fin da quando sono piccoli li abbiamo sempre mandati all’asilo, già quando erano neonati. Ho dovuto avere durezza nel cuore in questi giorni, come quando abbiamo dovuto buttare via i loro ciucci. Ai miei colleghi ho raccontato di come i miei due piccoli angeli si stiano divertendo lì in Connecticut: vanno in bici e inseguono i polli, mentre qui a New York sono chiusi in un appartamento“.

“Mamma, quando ci rivedremo?”

“Alla fine di un turno di 12 ore, vado a casa e passo 15 minuti su FaceTiming con i miei figli. Il più delle volte il telefono mostra il soffitto della casa della nonna, mentre i miei figli non si inquadrano bene. Sono stati questi pochi momenti di relax a non farmi mollare, perché lo stress psicologico in questa battaglia contro il coronavirus è tanto e sempre più difficile da gestire. Mentre i miei figli erano lontano, in Connectuit, io ho potuto salvare qualche vita. In piena tranquillità, sapendo che loro sono al sicuro”. Poi, però, la domanda del figlio più grande, di 8 anni. “Mamma, quando ci rivedremo?”, “Presto, molto presto”, risponde Grace. Ma lei non ne è tanto sicura…