> > Coronavirus, perché non colpisce l'Africa? Le ipotesi sui pochi contagi

Coronavirus, perché non colpisce l'Africa? Le ipotesi sui pochi contagi

coronavirus africa

Il coronavirus colpisce meno l'Africa e questo potrebbe derivare da molti fattori: il numero di contagi e decessi è contenuto. Perché?

Il primo caso di coronavirus in Africa è stato registrato il 14 febbraio: si trattava di un cittadino cinese che si trovava in Egitto. Da quel momento il Covid-19 ha iniziato a circolare in tutto il continente, ma ha mantenuto numeri molto ridotti. Sul caso è intervenuto anche il Financial Times, dedicandosi proprio alla riflessione sui possibili motivi per i quali il virus abbia colpito in modo lieve come il continente nero. Nonostante i numero contenuti, l’Oms ha espresso le sue preoccupazioni in vista dell’aumento dei contagi in Africa.

Coronavirus, perché non colpisce l’Africa?

L’Africa ha registrato più di 32.000 casi ufficiali di coronavirus – che nel mondo ha contagiato invece più di 3 milioni di persone -, e ha subito meno di 1.400 morti. Un continente che in totale vanta 1,2 miliardi di persone e che ha avuto un’incisione contenuta del numero di morti rispetto al totale della popolazione stessa. Di fronte a questi dati, però, John Nkengasong – direttore dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie – ha rivelato che non ci sono motivazioni scientifiche dovute al contenimento dei numeri. Le ipotesi avanzate, invece, riguardavano una popolazione più giovane (l’età media in Africa è di 19,4 anni, contro i 40 dell’Europa e i 38 degli Stati Uniti), il clima caldo o anche la prevalenza di vaccinazioni contro la tubercolosi.

“A questo punto – ha detto Nkengasong – sarei estremamente cauto nel dire che ci stiamo muovendo lentamente e che ci sono fattori speciali”. Infatti, in una sola settimana i casi di coronavirus in Africa sono aumentati del 40%. Tutto questo potrebbe quindi far pensare che in Africa la pandemia sia arrivata soltanto con un po’ di ritardo. “I Paesi africani hanno fatto passi molto radicali molto presto, chiudendo le frontiere e facendo blocchi”, ha detto ancora Paul Hunter, professore di medicina all’Università dell’East Anglia.

Nel momento in cui esplose la Sars – ha ricordato ancora il professore -, in Africa si registrò un solo caso. Il fatto che le pandemie si sviluppino più lentamente e con meno incisione, dunque, potrebbe derivare da popolazioni meno dense, dall’effetto della luce ultravioletta o da un clima porta le persone a trascorrere più tempo all’aria aperta.