> > Coronavirus, Oms contro gli Usa: "Le tesi americane sono speculazioni"

Coronavirus, Oms contro gli Usa: "Le tesi americane sono speculazioni"

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L'Oms ha rigettato, definendole speculazioni, le accuse lanciate dagli Stati Uniti secondo cui il coronavirus sarebbe stato creato in laboratorio.

L’Oms ha deciso di prendere posizione nel braccio di ferro che vede attualmente impegnati Usa e Cina in merito alle ipotesi sull’origine del coronavirus. Secondo gli Stati Uniti infatti, l’agente patogeno proverrebbe da un laboratorio di Wuhan e da li sarebbe fuoriuscito più o meno accidentalmente diffondendosi in seguito in tutto il mondo, come affermato sia dal presidente Donald Trump che dal segretario di Stato Mike Pompeo. Nella giornata del 4 maggio l’Oms ha però rigettato le accuse americane, bollandole come speculazioni senza fondamento.

Coronavirus, l’Oms contro gli Stati Uniti

La replica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità alle tesi Usa è stata affidata al capo del programma di emergenze sanitarie Mike Ryan, il quale ha esortato le autorità americane ha rivelare le fonti su cui basano il loro impianto d’accusa “speculativo” contro la Cina: “Il coronavirus è di origine naturale, come accaduto in passato con Ebola e la Sars. Ma se gli Stati Uniti hanno dati differenti, li condividano.

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Ryan ha poi aggiunto nel suo intervento: “Possiamo imparare dagli scienziati cinesi e scambiarci conoscenze”, precisando poi però che se questo “diventa un’indagine aggressiva verso un comportamento sbagliato allora è un problema politico, non scientifico. La scienza dev’essere al centro e una ricerca su basi scientifiche sulle origini del virus sarebbe di beneficio per tutti”.

La reazione della Cina

Ovviamente non si è fatta nemmeno la reazione della Repubblica Popolare Cinese, che ha definito le accuse del segretario di Stato Pompeo folli ed evasive. Contemporaneamente, un rapporto redatto dall’Istituto cinese per le relazioni internazionali contemporanee avanza l’ipotesi che possa essere in atto un’ondata di ostilità diplomatiche contro Pechino. Un’offensiva che secondo lo stesso istituto potrebbe in breve tempo compromettere seriamente i già non idilliaci rapporti bilaterali tra Cina e Stati Uniti e che dovrebbe mettere in guardia il governo di Xi Jinping in merito alla possibilità di uno scenario estremo: cioè lo scontro militare.