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Stop ai ventilatori polmonari donati dalla Russia all'Italia: "Pericolosi"

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Dopo gli incidenti di Mosca e San Pietroburgo, lo stop della Russia ai ventilatori polmonari donati anche all'Italia. Pericolo incendi negli ospedali.

C’è apprensione per i ventilatori polmonari donati dalla Russia all’Italia dopo la morte di sei pazienti russi, letteralmente bruciati vivi. Ora Mosca pensa di sospenderne la produzione. È il tragico caso dei respiratori Aventa-M che nel giro di una settimana hanno ucciso sei pazienti ricoverati in terapia intensiva tra Mosca e San Pietroburgo. Preoccupazione in Italia: 150 dispositivi sono stati donati a Roma.

Ventilatori polmonari killer: il caso

Il primo decesso provocato dall’Aventa-M è avvenuto il 9 maggio scorso a Mosca: nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Spasokukotsky, un paziente è morto dopo che il ventilatore polmonare ha preso fuoco. All’inizio, si pensava a un incidente. Due giorni dopo, stesso incidente a San Pietroburgo, stavolta grave: nell’ospedale di San Giorgio, cinque pazienti positivi al Covid-19 intubati sono stati investiti dalle fiamme. Un portavoce del Cremlino, Aleksej Anikin, ha ammesso: “Un probabile cortocircuito“.

I controlli sui dispositivi in Russia

I ventilatori polmonari sono prodotti in uno stabilimento sui Monti Urali. Stando alle prime notizie, i sospetti riguarderebbero la produzione del mese di aprile. Il Cremlino sta effettuando i controlli su quelli in uso a Mosca e San Pietroburgo per individuare un eventuale “difetto di fabbrica”. Non sono noti altri dettagli, ma c’è la possibilità che Mosca ne sospenda l’utilizzo qualora si rivelasse pericoloso.

Gli stessi ventilatori polmonari in Italia

Gli Aventa-M sono gli stessi ventilatori polmonari che il governo di Vladimir Putin ha donato all’Italia fra marzo e aprile: un “segno di amicizia” lo aveva definito il premier Conte, spegnendo le polemiche su eventuali scambi di favore tra i due Paesi. Dei 150 dispositivi distribuiti in Italia, ventinove sono stati utilizzati all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Presso il Reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale Fiera di Milano, invece, rassicurano che i dispositivi non mai andati in uso. La Regione Lombardia precisa: i ventilatori sono stati collaudati prima del loro utilizzo.

Stop ai ventilatori polmonari russi in Usa

Dagli Stati Uniti la U.S. Federal Emergency Management Agency fa sapere che non utilizzerà gli Aventa-M fino a quando un’indagine del Cremlino accerterà le cause dell’incendio. Agli inizi di aprile, la Russia ha fornito gli dispositivi agli ospedali negli Stati Uniti. Il carico, che Washington assicura di aver pagato, ha suscitato polemiche: come riportato da Nbc news, i ventilatori erano prodotti da una compagnia sanzionata in passato dagli Usa, e Mosca aveva chiesto un allentamento delle sanzioni in cambio.