Ian Naude, poliziotto inglese di trenta anni originario di Market Drayton, a sud di Liverpool, è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale su una ragazza di tredici anni. Sembra che l’uomo avesse contattato la ragazza tramite Facebook e, dopo aver scambiato messaggi e foto a luci rosse, l’avesse convinta a vedersi personalmente. L’avrebbe portata con la sua auto in una strada isolata in campagna e avrebbe abusato di lei sul sedile posteriore del veicolo. Il trentenne si è giustificato: “Sembrava che si stesse divertendo, che le piacesse. Mi ha abbracciato e mi ha detto che mi amava“. La ragazza ha raccontato invece che, durante il rapporto, le diceva: “Chiamami papà“.
Poliziotto stupra ragazza, la ricostruzione dei fatti
Stando a quanto gli inquirenti sono riusciti a ricostruire, il poliziotto e la ragazza si sono conosciuti nell’ottobre 2017. L’uomo era un militare, appena ritornato da una missione. Tramite social avrebbe contattato la ragazza e tre giorni dopo sarebbe andato a prenderla a casa, in un momento in cui la madre della tredicenne non c’era. Al termine dell’abuso la ragazza avrebbe infatti chiesto “di riportarla a casa prima che la madre si chiedesse dove fosse andata a finire“.
Una volta a casa la tredicenne ha raccontato tutto alla madre, che si è messa immediatamente in contatto con le forze dell’ordine. Le indagini hanno portato alla luce una triste realtà. Ian Naude non solo è colpevole di violenza sessuale su minore, ma deve rispondere anche ad altri trentadue capi d’accusa. Tramite social infatti si finge un adolescente e contatta ragazze molto giovani, convincendole a mandare foto e video hot in cui le giovani si masturbano o compiono altri gesti di tipo sessuale.