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Cina, Wuhan vieta caccia e consumo di fauna selvatica, stop per 5 anni

La Cina vieta caccia e consumo di fauna selvatica a Wuhan

Wuhan, Cina, vieta la caccia e il consumo di animali selvatici per almeno 5 anni. I bracconieri tremano.

La Cina, più precisamente a Wuhan, vieta caccia e consumo di animali selvatici per 5 anni. Un’altra svolta storica per il Paese, che poco prima aveva vietato la vendita di carne di cani e gatti nei wet market locali, chiusi temporaneamente a seguito della pandemia Coronavirus.

Wuhan vieta la caccia di fauna selvatica

La città epicentro della pandemia ha sancito, pubblicando un comunicato ufficiale sul sito web del Governo, la fine temporanea della caccia, che spesso si traduce in bracconaggio, pratica illegale in tutto il mondo. Nei mercati della carne cinesi e indonesiani non è raro infatti vedere sul banco animali selvatici come pipistrelli, serpenti di ogni misura, alligatori e addirittura pangolini.

Al mercato Huanan di Wuhan non si vedrà niente di tutto ciò per almeno 5 anni. La nuova normativa vuole tutelare la fauna esotica, soprattutto quella in via d’estinzione, vigilando inoltre sugli allevamenti di animali selvatici e cercando di sensibilizzare i cittadini. Sono partite infatti alcune campagne pubblicitarie per educare ed informare la popolazione sulla protezione della fauna.

Cina: il mercato del bracconaggio

Da febbraio 2020, la Cina ha rafforzato la sua battaglia per la repressione della caccia illegale e sfruttamento degli animali selvatici, sotto la direzione della National Forestry and Grassland Administration.

Secondo la United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), sono circa 7mila le specie minacciate dalla pratica del bracconaggio, per un business che si aggira tra i 7 e i 23 miliardi di dollari l’anno. I bracconieri ora si spera verranno in maggior parte dissuasi dal giro di vite operato dal Governo cinese.