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Vaccino di Oxford, la smentita: "I macachi non si sono ammalati"

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La smentita dell'IRBM: "Nessuno dei macachi a cui è stato somministrato il vaccino contro il coronavirus si è ammalato".

Buone notizie da Oxford, dopo che, nei giorni precedenti, sembrava che i macachi a cui è stato somministrato il vaccino per il coronavirus si fossero ammalati. Il farmaco in questione è lo ChAdOx1, che in fase di trial ha ottenuto risultati incoraggianti. La IRBM (azienda italiana che collabora con lo Jenner Institute della Oxford University) rassicura: “Nessuno degli animali vaccinati ha contratto la polmonite da Covid. Stanno tutti benissimo”.

Coronavirus e i macachi del vaccino di Oxford

Secondo quanto diffuso in un primo momento dal britannico Telegraph, infatti, i macachi sottoposti ai trial sembravano essersi ammalati e questo primo – e poi smentito – risultato ha messo temporaneamente in dubbio l’efficacia del vaccino contro il Coronavirus sugli umani. Nelle stesse ore c’era invece ottimismo per la prima fase dei trial clinici della società statunitense Moderna che, in collaborazione con il National Institutes of Health, è fra le otto al mondo in fase di sperimentazione umana. Lo studio, però, non è ancora stato sottoposto a revisione indipendente e, in ogni caso, l’eventuale vaccino non sarebbe pronto prima di gennaio.

Jane Halton, ex membro direttivo dell’Oms e oggi presidente della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, non vuole sentire parlare di ‘sovranismo sanitario’: “Adesso siamo tutti nella stessa barca. Ma appena ci sarà un vaccino, temo che questa unità svanisca, lasciando il posto a un nazionalismo del vaccino, in cui ogni paese pensa prima a se stesso a discapito del resto del mondo, e sarebbe un disastro per tutti”.

Rettifica del 21 maggio

Nella precedente versione di questo articolo, pubblicato in data 19 maggio, si affermava che i macachi si sono ammalati dopo la somministrazione del vaccino sperimentale in studio a Oxford. Tuttavia, la IRBM (azienda italiana che collabora con lo Jenner Institute della Oxford University), in un’intervista rilasciata al Telegraph, precisa che nessuno degli animali vaccinati ha contratto la polmonite da coronavirus. “È stato pubblicato un preprint nel quale sono riportati gli studi effettuati sui macachi sulla base dei quali è stato approvato dall’Agenzia regolatoria inglese il piano di sperimentazione clinica sull’uomo del candidato vaccino. I dati mostrano inequivocabilmente che gli animali non vaccinati presentavano chiare prove di polmonite virale all’autopsia, ma nessuno di quelli vaccinati aveva invece contratto la polmonite” spiegano gli esperti. “È importante sottolineare che non è stata osservata alcuna evidenza di malattia immunitaria potenziata a seguito di una sfida virale negli animali vaccinati. Il governo inglese ha deciso di supportare con un ulteriore finanziamento il progetto in corso di sperimentazione su cinquecentodieci volontari sani in Inghilterra”.

“Il macaco non si è ammalato. Sono stati pubblicati i risultati dei test sugli animali, è stato evidenziato che in uno dei macachi erano rimaste tracce del virus all’interno del naso, il macaco sta benissimo. L’unico problema è eventualmente che gli può venire una rinite o un raffreddore. Si tratta di trovare la dose giusta del vaccino” ha aggiunto Piero Di Lorenzo, presidente e ad di IRBM, ai microfoni di Adnkronos.