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I visoni trasmettono il Coronavirus? Il caso di un uomo in Olanda

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I visoni sono veicolo di contagio da Coronavirus: è quanto emerge da uno studio clinico olandese.

I visoni possono essere veicolo di contagio da Coronavirus. Ad affermarlo è un rapporto reso noto dal governo dell’Olanda sul proprio portale istituzionale. Il salto di specie è stato definito plausibile: un impiegato di un allevamento di visoni è risultato positivo al Coronavirus. Questo potrebbe essere il primo caso accertato di salto di specie da animale a uomo. Il governo olandese ha precisato che proseguiranno le ricerche per far luce sul focolaio da Covid-19 registratosi a inizio maggio nel Brabante, nel Sud del Paese.

I ricercatori olandesi hanno confrontato il codice genetico del virus trovato nei visoni con quello dell’uomo risultato positivo. Così hanno potuto creare un vero e proprio albero genealogico per poter mappare la mutazione del virus. La ministra olandese dell’Agricoltura, Carola Schouten, in una lettera al Parlamento, ha spiegato che grazie a questo processo è stato possibile ritenere: “Plausibile che l’impiegato sia stato contagiato dai visoni”.

Visoni e Coronavirus: l’allarme in Italia

La questione ha coinvolto anche l’Italia in ambito politico: l’on. Michela Vittoria Brambilla, deputata di FI e presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, ha presentato un’interrogazione ai ministri delle Politiche agricole e della Salute.

In Italia, infatti, esistono circa una dozzina di strutture relative all’allevamento di visoni che operano tra Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Abruzzo. Per l’esponente forzista è d’obbligo: “Avviare approfonditi accertamenti e promuovere una legislazione che vieti l’allevamento e il commercio di animali per la produzione di pellicce”. Anche perché secondo la Brambilla: “In Italia la legge consente di allevare oltre 100.000 visoni ogni anno nelle ultime strutture attive, dove questi animali, selvatici e territoriali, vivono ammassati in pessime condizioni igieniche, continuamente a contatto tra loro e con gli operatori dello stabilimento”.