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A Hong Kong ritornano gli scontri con la polizia: centinaia di arresti

Un manifestate arrestato dalla polizia a Hong Kong

A Hong Kong ritornano gli scontri tra i manifestanti e la polizia. Si contano centinaia di arresti. Timori di uno scontro diretto con Pechino?

Ritornano gli scontri tra i manifestanti e la polizia a Hong Kong, a giudicare dalle centinaia di arresti registrati. Centoventi sono quelli attestati sulla pagina Facebook della polizia. Eppure, a giudicare da fonti locali, sarebbero almeno 150. Dopo i timori di una nuova ondata della pandemia, nell’ex-colonia britannica ritorna il dissenso in piazza: secondo i media locali, il teatro degli ultimi scontri è stato il quartiere di Wan Chai. I manifestanti avrebbero issato slogan sulla “tirannia” dell’amministrazione locale e issato barricate. La polizia, dal canto suo, avrebbe lanciato gas lacrimogeni e usato spray al peperoncino.

Hong Kong tra nuovi scontri e arresti

Le proteste si sono registrate alle 13 (ora di Hong Kong), vale a dire le 7 (ora locale). Tutto è iniziato con una marcia non autorizzata inneggiante la “democrazia”. Dal grande magazzino SOGO di Causeway Bay e dal Southorn Playground di Wan Chai, i manifestanti hanno avanzato fino all’arrivo della polizia. Gli agenti, infatti, hanno bloccato la marcia perché non autorizzata e proceduto allo sgombero delle strade. Centinaia gli honkongesi arrestati.

Nuova estate, nuovi scontri

Per Hong Kong inizia una nuova estate all’insegna delle proteste. A partire dal luglio 2019, le proteste sono diventate più violente dopo la decisione della governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, di rendere effettiva una legge sull’estradizione. La norma, che non è stata più approvata dopo le manifestazioni, averebbe consentito di estradere i hongkongesi accusati di aver commesso alcuni crimini. Ex-colonia britannica passata a Pechino nel 1997, Hong Kong conta sette milioni di abitanti che godono di un proprio sistema giudiziario e maggiori diritti politici economici e sociali, come l’accesso libero a internet e il diritto di votare i propri rappresentanti. Per questo, alcuni hongkongesi non accettano i tentativi di “ingerenza” di Pechino.

Il numero degli ultimi arresti lascia presagire un’estate bollente, che molti manifestanti trascorreranno di nuovo per le strade.