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Coronavirus, il nuovo epicentro della pandemia è in America Latina

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Con oltre 100mila morti, l'America Latina è il nuovo epicentro della pandemia di coronavirus. L'Oms è in allarme e chiede interventi mirati.

L’America Latina è il nuovo epicentro mondiale della pandemia da coronavirus. A dare l’annuncio è l’Organizzazione Mondiale della Sanità insieme con la Pan American Health Organization. I dati sono impressionanti: almeno 143mila vittime nel Continente e 2,4 milioni di contagio: “Ora è il momento di agire. La vita e il benessere di milioni di persone dipendono da cosa saremo in grado di fare da ora in poi” è stato il commento di Carissa Etienne, direttore della PAHO.

Il Brasile in ginocchio per il coronavirus

L’ammonimento di Etienne giunge davanti alle proposte di allentamento fatte da alcuni Stati. Fra tutti, il Brasile, che resta il Paese più colpito del Continente. I dati ufficiali riportano 390mila casi positivi e quasi 25mila decessi, ma si attende un peggioramento della situazione. Gli studi della PAHO delineano uno scenario drammatico: circa mille vittime al giorno per un totale di 120mila decessi ad agosto. Eppure, il presidente Jair Bolsonaro critica le esagerazioni sulla portata della crisi e non rinuncia a farsi vedere in assembramenti: l’ultimo caso il 26 maggio, quando si è mostrato tra la folla a Brasilia mangiando un hot dog e posando per foto senza utilizzare la mascherina. Con gradualità Bolsonaro sta riaprendo le attività ritenute “essenziali” per il Paese, ma diversi governatori statali mantengono la linea del lockdown.

Argentina e Uruguay: l’America Latina riapre

In Argentina il primo decesso di Covid-19 risale al 7 marzo scorso. Oggi il Paese conta 13mila casi confermati e 490 decessi. Il governo ha optato per una ripresa a scaglioni, partendo dalle province meno colpite: nel Paese pesa la grave situazione economica, al punto che è stato varato un piano per 13 miliardi di euro per sostenere la macchina produttiva e incentivare l’occupazione. Con 958 contagi e 22 morti, l’Uruguay è uno dei Paesi che non ha imposto un lockdown generale. Sono in corso le riaperture delle scuole, mentre restano chiusi i confini con il Brasile. In Paraguay è in corso un allentamento della quarantena a intervalli di circa venti giorni. Con 877 casi positivi confermati e 11 decessi, il governo ha deciso di rinviare di un anno le elezioni municipali. Riapre con gradualità anche la Colombia. Lo Stato conta 23mila contagi e 776 morti. La fine del lockdown è prevista per il 31 maggio, ma già dal 27 aprile scorso sono ripartiti alcuni settori. Per far fronte al dissesto economico, il Paese ha chiesto l’accesso alla linea di credito del Fondo monetario internazionale per un totale di 11 miliardi di dollari.

Non solo Brasile: la pandemia negli Stati

L’emergenza da Covid-19 riguarda anche il Cile, dove si sono registrati 77mila casi e almeno 806 decessi. A marzo, il presidente, Sebastian Pinera, ha dichiarato lo “stato di catastrofe”. L’esercito controlla il rispetto delle norme, anche alla luce delle proteste sociali nel Paese. Tra i Paesi più colpiti c’è la Bolivia, con oltre 7mila contagi e 274 decessi. Il lockdown totale del Paese terminerà il prossimo 31 maggio. La pandemia di coronavirus ha tracciato un dramma in Ecuador. Con 37.656 contagi accertati e oltre 3mila morti, il Paese è in totale lockdown e rischia il collasso. Per questo, l’esecutivo guidato dal presidente Lenin Moreno ha proposto una legge di “appoggio umanitario”, che prevede il versamento di una tassa extra ai più bisognosi da parte delle classi più abbienti. È stato di “emergenza permanente” anche in Venezuela, con oltre mille casi di contagio e 11 morti, che ha spinto i ricercatori a trovare cure repentine, anche se dubbie.

Per questo, l’Unhcr ha chiesto di sospendere le sanzioni a Caracas per mitigare gli effetti devastanti della pandemia.