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La Cina approva la legge sulla sicurezza di Hong Kong: cosa cambia?

Piccoli manifestanti protestano con i cartelli sugli zaini

Rischia un'eco internazionale la legge sulla sicurezza nazionale approvata dalla Cina. Per Hong Kong è la tomba della libertà dell'ex-colonia.

La legge per la sicurezza di Hong Kong approvata dalla Cina pone un dilemma internazionale: viola o meno la Basic Law del ’97, che fece dell’ex-colonia britannica una provincia autonoma di Pechino? In attesa di una risposta, i legislatori cinesi non hanno perso tempo per deliberare una decisione sulla norma. Per Pechino, si tratta di una mossa che servirà a salvaguardare la sovranità nazionale, ma non tutti sono d’accordo. La legge non è stata ancora promulgata, ma lo strappo con Hong Kong è evidente.

Legge sulla sicurezza: Cina e Hong Kong

Secondo l’agenzia ufficiale di stampa cinese “Xinhua“, la 13esima Assemblea nazionale del popolo cinese ha deliberato il progetto di decisione sull’istituzione delle legge sulla sicurezza a Hong Kong. Il progetto ha come obiettivo quello di salvaguardare la sicurezza dell’ex-colonia come parte della sicurezza di tutta la Cina. La legge prevede pene fino a tre anni di carcere per chi ridicolizza l’inno cinese. Dall’altra parte della baia, la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, non ha ancora approvato la norma. L’opposizione degli abitanti dell’ex colonia è molto forte: come già accaduto un anno fa, ieri – 27 maggio – hanno colpito le immagini della polizia che arrestava 360 persone, fra cui studenti che tornavano al loro primo giorno di scuola dopo il lockdown.

Hong Kong: “Toglie la libertà”

Secondo i manifestanti, la proposta di legge abolisce le libertà fondamentali di cui gode Hong Kong. Forte il messaggio delle Nazioni Unite: “Fondamentalmente minerà l’alto grado di autonomia e libertà di Hong Kong, come garantito dalla Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984, che è stata registrata con le Nazioni Unite come un trattato legalmente vincolante. Per l’Onu, la legge: “minerà l’alto grado di autonomia e libertà di Hong Kong, come garantito dalla Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984″. Intanto, gli Stati Uniti chiedono un incontro di emergenza Onu per discutere della legge. La Cina ha rifiutato. L’ambasciatore cinese presso le Nazioni Unite, Zhang Jun, ha dichiarato che la richiesta degli Usa è “priva di fondamento“.

Jun ha voluto mettere a tacere i dubbi internazionali: “La legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong riguarda puramente affari interni della Cina“.