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Coronavirus, dalla Germania foto dei gusci per le bare delle vittime

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In Germania gusci protettivi intorno alle bare delle vittime decedute per coronavirus. Aumentano le pressioni dei paesi che vogliono ripartire.

In Germania il coronavirus continua a mietere vittime. I deceduti vengono messi all’interno di bare ricoperte da uno scudo di plastica per impedire al cadavere di diffondere la malattia. Intanto i paesi chiedono maggiori libertà ma la Merkel vuole mantenere la calma. Rischio seconda ondata devastante per i tedeschi.

Coronavirus, dalla Germania i gusci di plastica per vittime

Le bare delle vittime di coronavirus vengono ricoperte da un guscio di plastica. Questa l’ultima soluzione che arriva dalle chiese in Germania per contrastare il contagio. In alcune foto in una chiesa di Berlino si vede il feretro di una vittima ricoperto da un guscio. Quest’ultimo permette la celebrazione della messa senza il rischio del contagio.

Il lockdown e le pressioni dei paesi tedeschi

La Germania sta allentando il blocco grazie al controllo sulla pandemia con migliaia di test al giorno. I numeri dei casi accertati da coronavirus è elevato, 183.000, ma il bilancio delle vittime risulta basso. I deceduti sono 8.555.

Nonostante i numeri, in Germania sono diverse le tensioni che vedono protagonisti da un lato la Merkel, ancora dubbiosa rispetto alla ripartenza totale, dall’altro i paesi tedeschi che vogliono alzare le misure di allontanamento sociale e rimettere in moto le economie.

La Merkel vuole mantenere la calma “Siamo ancora all’inizio della pandemia. Dobbiamo essere molto attenti, molto vigili”. In risposta, il premio della Turingia Bodo Ramelow ha dichiarato che con meno di 3.000 casi avrebbe allentato le regole rigide sulle mascherine ed il distanziamento sociale. Ma il cancelliere non ne vuole sapere: “Penso che ci sia un impegno nel mantenere una distanza minima (di 1,5 metri)”, ha detto la Merkel. Nonostante tutto, però, dal 15 giugno i tedeschi torneranno a viaggiare in Europa.

Non sembra scampato il pericolo per Germania secondo il Dott. Andrea Ammon, direttore del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie. Per l’esperto il leader dell’UE non deve abbassare la guardia, in quanto una mancanza di immunità potrebbe significare per tutto il territorio tedesco una seconda ondata più grande della prima.

Lo stesso Dott. Ammon ha affermato che il basso tasso di infezione lascerebbe circa il 90% delle persone ancora vulnerabili a contrarre la malattia in una seconda ondata.

Il virus è intorno a noi, circola molto più di gennaio e febbraio – ha spiegato Ammon -. Non voglio disegnare un film del giorno del giudizio, ma penso che dobbiamo essere realistici. Che non è il momento di rilassarsi completamente“.