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Morte George Floyd: proteste davanti alla Casa Bianca

Uccisione di George Floyd

Non si placano le polemiche dopo la morte di un cittadino afroamericano a Minneapolis. L’autopsia ha rivelato che non si tratta di morte per asfissia.

In queste ore l’America è sommersa dalle proteste, in seguito alla morte di George Floyd, l’uomo fermato dagli agenti a Minneapolis e morto dopo essere stato immobilizzato con la forza. I cittadini si sono spinti fino alla Casa Bianca. Dallo scorso venerdì, 29 maggio 2020, centinaia di persone invocano giustizia per la vittima e denunciano la brutalità della polizia. Tutti sono animati dalla volontà comune di vendicare la morte di George, soffocato con un ginocchio da un agente della polizia locale. In America, dunque, quel conflitto di razza tra i neri e i bianchi sembra essere tornato quanto mai attuale. Sono tanti i movimenti che sono nati in questi ultimi giorni. Non sono mancati, ovviamente, momenti di tensione. La Cnn, infatti, ha riportato la notizia di un giovane bianco che, per motivi ancora sconosciuti, è stato portato via dagli agenti con la folla che reagiva inferocita. La situazione sembra essere fuori controllo: il Presidente Trump ha anche mobilitato l’esercito. Dalle basi militari è arrivato l’ordine di mobilitare almeno 1700 uomini. Questi dovrebbero operare nelle città più infuocate dalle proteste.

Afroamericano ucciso a Minneapolis

La situazione davanti alla Casa Bianca non è di certo delle migliori. Le proteste hanno costretto i funzionari a chiudere la residenza presidenziale americana. La dimora di Trump è in lockdown. I servizi segreti, per sicurezza, hanno deciso di chiudere la residenza presidenziale Usa anche alla stampdotata di ‘hard pass’. Gli afroamericani sono convinti che responsabile della morte di George è l’agente bianco. A nulla sono servite le parole del Presidente. Qualche ora prima che scoppiassero le rivolte, Donald Trump aveva annunciato di aver parlato con la famiglia di George Floyd. Lo stesso aveva detto di comprendere il dolore. “La famiglia di George ha diritto alla giustizia. Ha anche parlato delle proteste dei cittadini, aggiungendo: “Gli abitanti del Minnesota hanno diritto alla sicurezza”.

Morte di George Floyd: scattano le proteste

A Minneapolis, città in cui si è consumata l’uccisione, più di cento persone hanno sfidato il coprifuoco imposto in città. La voglia di giustizia e di legalità sta superando ogni cosa. I manifestanti si sono anche radunati nelle zone intorno alla caserma di polizia data alle fiamme. Numerose proteste sono sfociate anche nello Stato di New York. In alcune città, le tv locali mostrano delle vere e proprie rappresaglie. È scontro armato tra civili e polizia. Vicino Los Angeles, per esempio, alcuni cittadini avevano vandalizzato l’auto di una pattuglia di polizia. Vengono scagliati bidoni della spazzatura e detriti di ogni genere. Sono state bloccate anche alcune autostrade.