> > Coronavirus, Fauci: "Ci sarà una seconda ondata, preparatevi"

Coronavirus, Fauci: "Ci sarà una seconda ondata, preparatevi"

coronavirus-seconda-ondata-fauci

Una seconda ondata da Coronavirus arriverà in autunno: non ha dubbi Anthony Fauci.

Una seconda ondata da Coronavirus? Arriverà in autunno secondo Anthony Fauci che invita l’Europa a non sottovalutare l’impatto della pandemia: il nemico non è ancora sconfitto. L’esperto virologo americano, in un’intervista concessa a La Stampa, si è soffermato sulla lotta al Covid-19. E ha esortato l’Unione Europea a non commettere errori in vista di una possibile seconda ondata.

Un tema già affrontato, proprio nella serata di martedì 9 giugno, dai principali leader dell’Unione Europea con una lettera, indirizzata a Bruxelles, firmata da Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Per Anthony Fauci, virologo americano, pochi dubbi: “Le future infezioni sono inevitabili. Bisogna avere personale, test e risorse per identificare i casi, isolarli e tracciare i contatti. Se lo faremo, quando avverranno le infezioni potremo evitare che diventino una seconda ondata”.

Coronavirus, Fauci e la seconda ondata

Per Anthony Fauci, dunque, una seconda ondata da Coronavirus si può evitare solo se si agisce con raziocinio. E per questo è fondamentale insistere sulla ricerca del vaccino anti-Covid-19: “Molti scienziati e compagnie buone sono presenti anche in Unione Europea, credo che dovrebbe cercare di farlo – evidenzia Anthony Fauci a tal proposito –. I cinesi ci stanno provando, così come molte aziende americane, e americane-europee. La mia previsione è che avremo più di un vaccino, che potrà essere usato non solo nel paese che lo ha sviluppato, ma condividerlo con tutto il mondo”.

Sulla gestione del Coronavirus da parte dell’Italia, il virologo americano spiega: “Sono corrette le riaperture, bisogna certamente farlo con prudenza e sono assolutamente necessari i test”. E sulle cause di un contagio così forte in Italia, Anthony Fauci dà questa spiegazione: “Ci sono molti visitatori cinesi, e l’infezione si è diffusa prima che si riuscisse a capire cosa fosse. C’è stata un’infiltrazione silenziosa, soprattutto al Nord. In più, l’età media alta e ospedali non pronti hanno portato a una situazione fuori controllo”.