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Coronavirus, nuova ondata in Israele: governo impone altre restrizioni

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A seguito della seconda ondata di contagi da coronavirus che ha colpito Israele, il governo ha disposto nuove restrizioni per bar, locali e sinagoghe.

Il governo del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha disposto nuove restrizioni per far fronte alla seconda ondata di contagi che sta colpendo lo stato di Israele da alcuni giorni a questa parte. Tra le misure che saranno adottate anche limitazioni per bar, sale per eventi e sinagoghe, che potranno ospitare un massimo di 50 persone al fine di evitare la diffusione del virus tra la popolazione. Nel commentare la riacutizzazione della pandemia, Netanyahu ha dichiarato: “Il virus non se ne e’ andato, e’ ancora qui e colpisce”.

Coronavirus, nuove restrizioni in Israele

Le nuove restrizioni del governo prevedono sostanzialmente il ritorno di limitazioni per i luoghi pubblici ma anche per le abitazioni private, dove il limite massimo di persone che potranno stazionarvi sarà rispettivamente di 50 e 20 alla volta. Ancora nessuna direttiva invece per quanto riguarda i ristoranti, dato il mancato accordo tra il ministero delle Finanze e quello della Salute in merito alla loro gestione durante il lockdown.

Nel presentare le nuove restrizioni, il premier Benjamin Netanyahu ha affermato in conferenza stampa: “Cerchiamo sempre un equilibrio tra il virus e l’economia: la più semplice è lasciare le cose come stanno, tutto aperto, tutti soddisfatti ma se lo facciamo, perderemo ben presto il controllo. […] Al ritmo attuale, quelli che sembrano numeri ragionevoli si trasformeranno in decine di migliaia di contagi. Non possiamo permettercelo”. Attualmente in Israele sono 10.060 i pazienti positivi al coronavirus, mentre dall’inizio della pandemia ci sono stati complessivamente 28.055 casi confermati e 326 morti per un tasso di mortalità nella nazione ebraica pari all’1,33%.