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Peste bubbonica, nuovo caso in Cina: vietato consumo animali selvatici

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Registrato un nuovo sospetto caso di peste bubbonica in Cina, al momento in condizioni stabili. Le autorità hanno emesso un allarme di terzo livello.

La paura per il focolaio di peste bubbonica emerso in Mongolia qualche giorno fa varca il confine e arriva in Cina, dove nelle ultime ore è stato registrato un nuovo caso sospetto che è stato immediatamente posto in quarantena, anche se le sue condizioni di salute appaiono per il momento stabili. Il sospetto contagio, un pastore della città di Bayannur nella regione della Mongolia Interna, arriva dopo che la scorsa settimana due fratelli di 27 e 16 anni si sono ammalati di peste dopo aver consumato carne cruda di marmotta.

Peste bubbonica, nuovo caso in Cina

A seguito dei nuovi casi registrati nel paese, le autorità di Pechino hanno deciso di emanare un’allarme di terzo livello – su una scala di quattro – su tutta l’area interessata dai contagi. Una procedura che vieta inoltre la caccia e il consumo alimentare di animali selvatici, con particolare riferimento alle marmotte cioè i principali veicoli di trasmissione della peste bubbonica.

Analoghe misure erano state disposte nella vicina Mongolia qualche giorno fa, dove le autorità sanitarie avevano imposto la quarantena per la regione di confine con la Russia proprio dopo la scoperta di due sospetti casi di peste bubbonica correlati anche qui al consumo di carne di marmotta. La peste è infatti una malattia che può essere trasmessa attraverso il morso di roditori infetti o tramite la puntura della cosiddetta pulce dei ratti.

Non è tuttavia la prima volta che in Cina si trova ad affrontare la famigerata “Morte nera”: l’ultima epidemia di peste bubbonica nel paese si registrò infatti nel 2009 nella cittadina di Qinghai, sull’altopiano del Tibet, quando morirono decine di persone a causa del morbo.