Una donna di 25 anni, Waazirah Chahchar, è stata trovata morta nelle colline della provincia meridionale di Sindh, in Pakistan, dopo essere stata lapidata a morte. Il suo corpo riportava anche chiari segni di tortura. A renderlo noto una locale organizzazione per i diritti umani in Pakistan che avrebbe diffuso sui social le dolorose immagini del corpo della ragazza. Mentre proseguono le indagini, i primi fermi sono per il marito e il cognato della vittima. Il paese centro-asiatico è ben lontano dal tutela dell‘emancipazione femminile in Pakistan e del rispetto dei diritti umani essenziali: lo scorso maggio ha destato scalpore il caso della quattordicenne cattolica rapita e costretta a convertirsi all’Islam.
Pakistan, donna lapidata a morte
È giallo sul movente che ha portato la ragazza venticinquenne alla lapidazione e dunque alla morte. Fermato dalla polizia il padre, Gul Muhammad parlò di un caso accidentale, per poi smentire e ritrattare tutto puntando il dito contro il marito, Ali Bakhsh, e la sua famiglia. Il marito, invece, sposta le accuse proprio su Gul Muhammad, reo, secondo l’ormai ex marito della vittima, di non volere che lo sposasse: “Per questo l’ha uccisa” sentenzia il marito. Waazirah é stata trovata con il corpo tumefatto, indubbio che l’omicida abbia usato pietre e bastoni.
Sono ancora troppi al giorno d’oggi i casi di delitto d’onore, come quello della ragazza tredicenne decapitata nel sonno dal padre per aver scoperto una relazione amorosa clandestina della giovane.