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Coronavirus, la crisi economica mette in ginocchio la città di Lourdes

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La pandemia di coronavirus sta mettendo in ginocchio la cittadina francese di Lourdes, la cui economia gravita interamente attorno al santuario.

Anche Lourdes si aggiunge alle grandi vittime che la pandemia di coronavirus sta mietendo a livello economico, dopo che negli ultimi giorni marchi prestigiosi come Pizza Hut e il Cirque du Soleil hanno dichiarato bancarotta proprio a seguito dei mancati introiti conseguenti al lockdown. Sono infatti bastati soltanto due mesi di quarantena per mandare in ginocchio la celebre cittadina francese, seconda meta turistica del paese transalpino dopo Parigi, la cui economia gravita interamente attorno al noto santuario attivo dal 1858.

Coronavirus, crisi economica per Lourdes

La crisi legata al santuario mariano è ormai così profonda da aver spinto in sindaco della cittadina a scrivere direttamente al premier francese Edouard Philippe [all’epoca ancora capo del governo, sostituito il 3 luglio da Jean Castex ndr ] al fine di chiedere ulteriori aiuti dallo Stato per risollevare l’economia della zona che tra le altre cose conta l’impressionante cifra di 211 strutture alberghiere per circa 21mila posti letto.

A descrivere l’incresciosa situazione ai microfoni del quotidiano Il Messaggero è anche il rettore del santuario monsignor Olivier Ribadeau Dumas, che proprio in merito alle richieste del primo cittadino ha affermato: “Sono state chieste misure straordinarie. L’attività del santuario è legata alla vita della cittadina. Noi abbiamo fatto proposte al prefetto per poter riaprire rispettando le misure sanitarie. Avremo mascherine, le distanze assicurate, non ci saranno più le celebrazioni pubbliche, sarà tutto diverso. Penso che entro la fine del mese potremo avere il via libera ma è chiaro che ormai è una catastrofe. Penso ai lavoratori. Per loro c’è il sussidio di disoccupazione, ma le imprese aspettano ancora risposte dallo Stato. Al momento non sono ancora arrivati si soldi che erano stati loro prospettati”.

Bilancio in passivo per 8 milioni di euro

È lo stesso monsignor Dumas a spiegare come almeno per tutto il 2020 il santuario non potrà tornare ai flussi turistici di prima del lockdown, organizzandosi tuttalpiù per piccole riaperture contingentate con mascherina e distanziamento. Un lasso di tempo in cui l’istituzione religiosa non vedrà probabilmente alcuna entrata economica significativa, aggravando ulteriormente il passivo di 8 milioni di euro con cui si appresta a chiudere l’anno: “Non avendo nessun altra entrata se non generosità dei pellegrini.Non abbiamo, infatti, nessun tipo di sostegno regionale o statale, né aiuti collegabili all’8 per mille”. Il monsignore ha tuttavia aggiunto come in questi mesi siano stati mantenuti tutti e 300 i posti di lavoro all’interno del santuario e i relativi stipendi.