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Muore di Covid un giornalista detenuto nella prigione di Zaky

Patrick Zaky

La morte per Covid di un giornalista detenuto nella stessa prigione di Patrick Zaky riaccende i riflettori sul caso dello studente.

Un giornalista ucciso in Egitto dal Covid ieri,è quanto si apprende da Amnesty International. Si tratta di Mohamed Monir e di riflesso riaccende i riflettori sul caso Patrick Zaky, in quanto il deceduto, morto in ospedale, si era ammalato di Covid19 mentre si trovava nel carcere di Tora, prigione in cui lo studente Zaky si trova rinchiuso dallo scorso 6 febbraio. “Una notizia terribile ma non inaspettata” – così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Egitto definisce la morte di Monir, simbolo degli attentati alla libertà di stampa in Egitto . “Nella prigione di Tora, dove si trova Patrick Zaky, si è ammalato di Covid-19, per poi morirne in ospedale, un giornalista che mai avrebbe dovuto mettere piede in un carcere” accusa Noury, che chiama in causa il nostro Governo: “Il rischio contagio nelle carceri è altissimo. Cosa aspetta il governo italiano per sollecitare il rilascio di Patrick?“.

Chi è Patrick Zaky

Infatti la storia di Patrick George Zaky è la storia di uno studente dell’Università di Bologna. Ritornato in patria per trascorrere alcuni giorni in famiglia, il ragazzo egiziano – che nel capoluogo emiliano frequenta un Master internazionale in Studi di Genere – Zaky è stato arrestato e torturato dalla polizia egiziana con l’accusa di incitazione contro lo Stato egiziano.

Libertà per Patrick Zaky

Su Patrick Zaky, Amnesty International ha più volte cercato di chiamare l’Italia alla propria responsabilità giuridica internazionale perché si tratta di uno studente iscritto regolarmente in un ateneo italiano e perché Zaky vive regolarmente in Italia. Patrick il 5 luglio scorso ha scritto una commovente lettera alla propria famiglia in cui diceva: “Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima“. Non è dato di conoscere il grado di veridicità e spontaneità di quanto dichiarato da Zaky, dato che di solito queste lettere – sostengono gli attivisti contro le torture, le carceri e la pena di morte – prima della diffusione passano sotto il pugno censore delle autorità egiziane.