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Recovery Fund, impasse tra gli Stati: proposto il "freno di emergenza"

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Il presidente del Consiglio Europeo ha lanciato l'ipotesi del freno d'emergenza sul Recovery Fund nel caso dovesse persistere l'impasse tra gli Stati.

Dopo 12 ore dall’inizio del vertice sul Recovery Fund e due diversi dibattimenti tra i capi di governo, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha lanciato l’ipotesi del freno d’emergenza nel caso dovesse persistere l’attuale impasse tra gli Stati membri. Anche nella giornata di oggi infatti, è continuato lo scontro tra i paesi cosiddetti “frugali” del Nord Europa e il blocco mediterraneo in merito al piano di aiuti economici per far fronte all’emergenza coronavirus, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha definito impraticabile la proposta olandese di poter attivare il freno di emergenza grazie al voto di un solo paese.

Recovery Fund, scontro al Consiglio Europeo

La proposta lanciata dal presidente del Consiglio Europeo Michel consente di bloccare gli aiuti economici in mancanza di un accordo unanime tra gli Stati, anche se rimane ancora da stabilire quale dovrà essere il numero minimo di governi contrari all’attuazione dei piani nazionali di riforma per farsi che venga attivato il freno di emergenza. Nel corso della serata il premier dei Paesi Bassi Mark Rutte ha proposto che bastasse il veto di un singolo paese, cosa che Giuseppe Conte ha definito: Incompatibile con i trattati e impraticabile sul piano politico.

Il capo di governo olandese si è mostrato però inamovibile dal suo punto di vista, anche dopo le critiche del Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez. Rutte ha infatti affermato di non credere all’impraticabilità politica del voto del Consiglio all’unanimità, precisando come quella che stiamo vivendo sia: “Una situazione eccezionale, che richiede una solidarietà eccezionale e per la quale si possono trovare soluzioni straordinarie. Occorre essere creativi.

Dalla parte dei Paesi Bassi sono schierati anche Svezia, Danimarca e Austria, che chiedono il voto all’unanimità di tutti i capi di governo sui piani di ripresa nazionali, e quindi la possibilità di bloccare – anche con il veto di un solo paese – l’erogazione dei fondi nel caso uno Stato non rispetti le condizionalità del Recovery Fund.

La mediazione di Angela Merkel

Nel tentativo di stemperare il dibattito è intervenuta la cancelliera tedesca Angela Merkel, che nel ruolo di mediatore ha auspicato al raggiungimento di un’intesa nel più breve tempo possibile: “Dobbiamo guardare in faccia la realtà. […] Tutti devono davvero essere disposti a scendere a compromessi in modo da poter ottenere qualcosa di buono per l’Europa”.